Il Consiglio comunale si è riunito oggi pomeriggio, convocato in via straordinaria, per esaminare la mozione presentata dal consigliere capogruppo di Traguardi Verona Tommaso Ferrari. Il documento respinto con 21 voti contrari e 9 favorevoli, impegnava l’Amministrazione a porre “alla base dei piani di sviluppo della città l’obiettivo di raggiungere una riduzione delle emissioni di CO2 del 55% al 2030 nella prospettiva di Verona Carbon Neutral al 2050” e di modificare Pums e Paesc affinchè siano coerenti con gli obiettivi europei.
“Gli obiettivi che ha posto l’Europa con il cosiddetto Green Deal, per arrivare al 2050 ad emissioni zero, vanno centrati altrimenti i cambiamenti che subiremo saranno irreversibili – ha spiegato Ferrari -. Chiediamo che Verona allinei le proprie politiche agli obiettivi comunitari. Attualmente abbiamo due piani programmatici, il Pums e il Paesc che non centrano questi traguardi, il primo perché poco coraggioso e deve essere assolutamente migliorato. E il Paesc che va aggiornato quale programma a medio e lungo termine. Bisogna fare di più. La città in questi anni è stata abbastanza ferma da questo punto di vista, quante aree pedonali in più, corsie preferenziali, quante opere di efficientamento energetico? Sono solo alcuni delle risposte che vorremmo. Così come ci dovrebbe essere un energy manager nel Comune di Verona. Se noi miglioriamo i Piani doteremo la città di strumenti che tutte le Amministrazioni dovranno tener conto, centrando quegli obiettivi stabiliti che sono patrimonio di tutti, specialmente delle future generazioni. Mancano progetti da finanziare, cronoprogramma su carta, opere. Questa mozione chiede di allinearsi a parametri ambiziosi di transizione ecologica. Senza una scadenza precisa qualsiasi piano rimane solo su carta”.
“Questa mozione ci chiede di fare il gioco dell’oca e di tornare al punto di partenza – ha replicato l’assessore all’Ambiente Ilaria Segala -. Adesso che il Paesc è tornato da Venezia, sottoposto a Vas con esito positivo, ricominciare tutto dall’inizio ci farebbe perdere almeno un anno di tempo, quando ora è fondamentale invece partire e raggiungere gli obiettivi, che dopo due anni verranno verificati. La mozione chiede di raggiungere il 55 per cento chiesto dall’Europa a partire dai dati del 1990, che non abbiamo. È assurdo chiedere questo alla città di Verona, facendo simulazioni senza numeri reali. Soprattutto perché noi con il Paesc partiamo dal 2006 puntando al 2030 con l’obiettivo del meno 46 per cento, un obiettivo che è superiore a quello europeo. Negli anni Novanta praticamente gli sforamenti di Pm10 erano tutto l’anno, mentre nel 2006 erano già diminuiti, per questo abbattere del 46 per cento un dato recente è più impegnativo. Aggiornare l’obiettivo adesso significherebbe modificare il Piano. Siamo già ad uno stato avanzato, questa mossa sarebbe controproducente. Ricordo che proprio in quest’aula abbiamo deciso come obiettivo il meno 40 per cento, che è molto più sfidante di quello europeo. Piuttosto quando valuteremo gli obiettivi faremo una modifica, senza dover tornare indietro come dovremmo fare oggi secondo questa mozione. Nella fase di monitoraggio potremo piuttosto potenziare le azioni previste, impegnandoci anche alla carbon neutrality”.
Per il capogruppo di Sinistra in Comune Michele Bertucco “Verona ha un piano sulla qualità dell’aria mai rispettato. Credo che si possa tranquillamente votare la mozione con un impegno preciso che si aggiungerà poi al Paesc, anche perché una mozione non chiede di ritirarlo ma di migliorarlo. Con il Patto dei Sindaci si è riconosciuto il cambio climatico del nostro tempo, la maggioranza dovrebbe ricordarlo”.
Per la capogruppo di Forza Italia Paola Bressan: “Questo consiglio straordinario a carattere politico è un inutile spreco di denaro pubblico. Nel Paesc sono già prefissati gli obiettivi richiesti e ieri è anche arrivato il parere positivo della Commissione Regionale VAS, adesso si andrà in commissione e poi l’adozione in consiglio comunale. Altrettanto dicasi per il Pums, del quale siamo ancora in attesa del parere della Regione. Seguire le richieste del consigliere Ferrari sarebbe solo un rallentamento negativo all’adozione dei due piani”.
“La convocazione di questo Consiglio comunale è la palese dimostrazione che l’unico scopo di questa minoranza è quello di far credere ai cittadini di essere i soli titolati a poter parlare di ambiente e sostenibilità – ha detto Nicolò Sesso di Fratelli d’Italia -. Questa Amministrazione ha già presentato un piano di azione per l’energia sostenibile e il clima, valutato positivamente dalla Regione Veneto, con l’unico interesse di migliorare il benessere e la qualità della vita dei cittadini veronesi. Quello che conta è arrivare il prima possibile agli obiettivi del Paesc, e non perdere tempo”.
Per Carla Padovani capogruppo del Gruppo Misto: “A prescindere da certe posizioni, siamo sullo stesso piano, siamo in emergenza climatica ed è necessario attuare tutte quelle azioni che servono per far fronte a questa problematica ambientale. Siamo tutti preoccupati, stiamo toccando con mano i cambiamenti, temperature, nubifragi ne sono la dimostrazione”.
“Parlare di ambiente significa affrontare tante tematiche collegate – ha detto il capogruppo della Lega Anna Grassi -. Non solo di emissioni di CO2 ma anche di sostenibilità economica per i cittadini. In quattro anni di mandato l’Amministrazione è intervenuta con scelte coraggiose non sempre comprese. Il vicesindaco Luca Zanotto, assessore alla Mobilità della Lega, è stato più volte attaccato ma ha risposto sempre portando avanti un lavoro condiviso. Come dimostrato per l’iter del Pums, sottoposto a tutte e otto le Circoscrizioni. Ciò premesso, la mozione in questione si rivela essere un manifesto politico elettorale, il cui obiettivo è nuovamente quello di etichettarci come ‘negazionisti’ in caso di voto negativo. Voteremo a sfavore. Perché guardiamo ai numeri. E vogliamo che anche i veronesi vedano nero su bianco gli interventi: 38.000 punti di illuminazione in fase di sostituzione con luci a led, che porteranno un risparmio pari al consumo elettrico di 5.000 famiglie veronesi; sostituzione dei serramenti negli edifici delle scuole, che significano maggiore coibentazione e maggiore sicurezza; chilometri di ciclabili –conclusa quella di Porta Palio, in fase di completamento a ottobre 2021 la San Zeno-Saval, avanzamento della fase progettuale per il bando del tratto che collega Borgo Venezia alla Valpantena e quello dal Chievo a Bussolengo –; ulteriori 20 ciclostazioni nei quartieri della città, introduzione di 150 biciclette elettriche; ampliamento delle zone a 30 km; introduzione di 67 nuovi autobus a metano. Solo per citarne qualcuno”.
Per il capogruppo di Battiti per Verona Domani Daniele Perbellini: “Mai prima ce stata una Amministrazione così attenta, dire che non è stato fatto nulla è strumentale. Cito solo alcune cose fatte negli ultimi anni: 38 milioni spesi da Comune e aziende partecipate per la mitigazione ambientale, raddoppiato il bike sharing, create nuove piste e corsie ciclabili, led per l’illuminazione, colonnine di ricarica per auto elettriche, nuove piantumazioni e riforestazione urbana, rinnovo fotta autobus e mezzi pubblici”.
“Condividiamo la linea dell’assessore Segala e la ringraziamo per il lavoro fatto in questi anni per la città e il futuro ambientale di Verona”, ha concluso il consigliere di Battiti per Verona Domani Roberto Simeoni.
Il Consiglio comunale è proseguito in via ordinaria. Approvate con 28 voti favorevoli e 3 astenuti, due modifiche al Regolamento per la tutela e la valorizzazione delle botteghe storiche del Comune di Verona. La prima per attribuire il riconoscimento per i 40 anni di attività anche quando subentrano familiari fino al quarto grado di parentela. L’altra, di tipo tecnico, riguardante la commissione che valuta l’altro requisito di accesso, ossia gli elementi di pregio della bottega. Con 24 voti favorevoli, approvati all’unanimità anche il progetto definitivo, il piano di esproprio e l’adozione della variante urbanistica 37 per la realizzazione di una rotatoria in via Liruti, a San Massimo. Approvate, infine, con voti 22 favorevoli e 3 astenuti, anche alcune modifiche al Regolamento per l’attuazione della sussidiarietà orizzontale mediante interventi di cittadinanza attiva. Si tratta di variazioni procedimentali e normative ma anche della costituzione di un laboratorio di sussidiarietà per affinare la partecipazione pubblica con il supporto di tecnici del Comune.