“C’è affetto politico, siamo destinati a governare assieme” ha detto oggi Salvini riferendosi alla Meloni. E lei: “La sinistra ha strumentalizzato su presunte nostre divisioni, ma noi siamo compatti, abbiamo una visione comune, non siamo come la sinistra che sta insieme per le poltrone.” Il riferimento è alla speculazione politica circa una presunta rottura nel centrodestra dopo che ieri a Milano era saltata la manifestazione congiunta di chiusura campagna elettorale del centrodestra. La Meloni non aveva fatto in tempo ad arrivare perché l’aereo da Roma era in ritardo di un’ora e Salvini non aveva potuto fermarsi ad aspettarla perché a sua volta doveva prendere un treno. Disguido banale e frequente. Ma connesso alla diversa posizione rispetto al governo dei due leader e alle recenti diverse vedute sulle comunali, il ritardo per la sinistra è diventato la prova della disgregazione del centrodestra.
Quindi Salvini e la Meloni hanno fatto benissimo a smentire questa che, più che una risibile interpretazione di un banale ritardo, è diventata una speculazione politica. E ce n’era bisogno. Anzi, ce ne sarà bisogno sempre di più perché, anche senza l’intervento delle malelingue, qualche crepa sul territorio si sta manifestando.
Il popolo del centrodestra ha ben chiara una cosa: che uniti si vince e divisi è facile perdere. Quest’opinione il popolo del centrodestra se l’è formata nel tempo,con l’esperienza: quando la coalizione si separa la sinistra ne approfitta e può vincere anche in quelle situazioni come, tanto per non andar lontano, Verona, dove il centrodestra gode di una maggioranza bulgara. Dopodomani si vota a Milano, Roma, Torino ecc. Poi fino al 18 ci sarà la battaglia per i ballottaggi. Ma subito dopo Merloni e Salvini -ma se vuole è graditissimo anche Berlusconi- un giretto in riva all’Adige se lo dovrebbero fare per dire, come hanno fatto oggi, che si vogliono bene e che di separazione o di divorzio non se ne parla.