(s.t.) L’amministratore delegato del gruppo Generali Philippe Donnet non ha dubbi: “Il successo dell’offerta di acquisto su Cattolica rafforza la nostra leadership in Italia e in Europa e consente di creare valore per tutti gli stakeholder”. E Marco Sesana, che in Generali è Country manager e Ceo per l’Italia e le Global business lines, entra nel dettaglio delle attese per Verona, confermando che “continueremo a essere al servizio delle comunità e del territorio” e aggiungendo “un caloroso benvenuto a tutti i colleghi e gli agenti di Cattolica”.

Le dichiarazioni dei vertici del Leone, come previsto di tono rilassato ora che l’Opa è terminata e l’acquisizione si sta concludendo, sono arrivate questa mattina prima dell’inizio delle contrattazioni, che sono andate avanti per tutto il giorno sul filo dei centesimi senza grossi strappi né particolari volumi di scambio, per chiudere a 6,36€, sotto dell’1,55%. L’offerta pubblica di Generali su Cattolica, sottolinea una nota di Trieste, “accolta con successo dal mercato, è pienamente in linea con la strategia “Generali 2021” e rientra nel rigoroso e disciplinato approccio alle fusioni e acquisizioni del gruppo. L’operazione”, prosegue il comunicato, “permette a Generali di accelerare la diversificazione del business in favore del segmento Danni e conferma l’impegno a perseguire la crescita profittevole del gruppo, creando valore per i clienti coerentemente all’ambizione di Generali di essere Partner di Vita”.

Per quanto riguarda Cattolica, sottolinea la nota, “è stato identificato un percorso efficiente di integrazione tra i due gruppi, con un programma preciso ed efficaci meccanismi di esecuzione, grazie alla partnership strategica già in corso e alla comprovata capacità di gestire le integrazioni. Con Cattolica, Generali prevede di realizzare importanti sinergie attraverso economie di scala, facendo leva sull’eccellenza tecnica e sulla capacità di generare ricavi del Gruppo”. Il comunicato non anticipa le prossime mosse per chiudere definitivamente la partita ancora aperta sul controllo totale di Lungadige Cangrande. Come detto nei giorni scorsi rimane ancora in mano agli azionisti circa un 15,5% delle azioni Cattolica, ma è evidente che raccogliere anche solo un terzo di questo residuo flottante permetterebbe di superare il 90% del capitale e andare più agevolmente alla fusione.

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Marco Sesana,Country manager e Ceo Italia di Generali
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Philippe Donnet, amministratore delegato del gruppo Generali

Mercoledì prossimo, 10 novembre, il CdA di Generali si riunirà per l’approvazione della trimestrale sulle informazioni finanziarie al 30 settembre, e i risultati verranno resi noti il giorno successivo, giovedì 11. In quell’occasione il board dovrebbe anche valutare le linee guida del piano di sviluppo 2022-2024, di cui in dicembre è prevista anche una preview per i mercati. Stesso scenario informativo quasi una settimana dopo (martedì 16 il CdA e mercoledì 17 la pubblicazione dei risultati) anche per Cattolica. Intanto il Leone continua a crescere e a far parlare: la Borsa premia il titolo con un aumento di quasi il 36% da inizio anno, una performance effetto dei conti ma anche e forse soprattutto dei ricorrenti acquisti del patto tra Caltagirone e Del Vecchio, che sono ormai sopra il 13% e quindi in grado di influenzare gli equilibri tra gli azionisti e quindi la stessa governance. Ma questa è un’altra partita, cui anche i veronesi orfani di Cattolica ma adottati a Trieste farebbero bene a iniziare ad appassionarsi.

Tornando alle dichiarazioni di questa mattina, Philippe Donnet ha rilevato come l’Opa abbia consolidato “il primato di Generali nel mercato assicurativo italiano e il posizionamento tra i principali gruppi assicurativi europei, in linea con gli obiettivi del piano strategico. L’ampio riscontro ricevuto dal mercato testimonia la validità dell’offerta, che si è conclusa nei termini annunciati. L’operazione permetterà di integrare al meglio i modelli di business di Generali e Cattolica, come già emerso in occasione della partnership siglata a giugno 2020”, alla vigilia dell’aumento di capitale riservato che ha cambiato integralmente lo scenario.

“Con Cattolica rafforzeremo ulteriormente il nostro supporto all’economia reale, generando benefici per tutti e in particolare per i clienti e le persone che vi lavorano”, ha ribadito Sesana. “L’operazione permetterà di valorizzare ulteriormente le aree distintive di Cattolica, mettendo a disposizione l’innovazione e la tecnologia di Generali Italia. Nei prossimi mesi”, ha aggiunto riferendosi a dipendenti e agenti, “sarà prioritario incontrarli, ascoltarli e condividere con loro tutti i vantaggi derivanti dall’appartenenza a un grande gruppo internazionale. Continueremo ad essere al servizio delle comunità e del territorio, promuovendo le eccellenze locali, oltre all’impegno a supportare una crescita economica sostenibile con particolare attenzione a criteri ESG”, cioé ambientali, sociali e di governance.

Tra le comunicazioni per così dire “di servizio”, questa mattina Generali ha annunciato i risultati definitivi dell’Opa che si è conclusa venerdì scorso. In base ai dati raccolti e trasmessi dall’advisor Equita, sono state portate in adesione quasi 139 milioni di azioni, pari a circa il 79,660% delle azioni oggetto dell’offerta e al 60,803% del capitale sociale di Cattolica, e Generali conferma di non aver effettuato acquisti al di fuori dell’Opa. La somma tra le azioni conferite e quelle già in mano a Generali (54 milioni circa) è di 193 milioni, pari all’84,475% del capitale sociale di Cattolica. Specificando inoltre che tutte le condizioni di efficacia si sono avverate, Generali informa che l’offerta è efficace a tutti gli effetti e può essere perfezionata.

Infine Trieste, come si dice in questi casi, mette mano al portafoglio. Il pagamento del corrispettivo per ciascuna azione conferita, pari 6,75 euro (cum dividendo, cioè comprese le cedole relative a eventuali dividendi distribuiti da Cattolica) avverrà “il quinto giorno di Borsa aperta successivo alla chiusura del periodo di adesione”: e quindi domani, venerdì 5 novembre, tramite gli intermediari incaricati per l’accredito sui conti degli ex azionisti. Nei vari passaggi dell’operazione Generali è stata assistita da BofA Securities (Bank of America), Equita, Mediobanca e Rothschild & Co per gli aspetti finanziari e dallo Studio Gianni & Origoni per gli aspetti legali. E con questo è veramente tutto. Per oggi.