Tommasi Family Estates torna ai livelli pre-covid raggiungendo a fine 2021 un fatturato di 30 milioni€, pari a quello realizzato prima della pandemia in virtù di una crescita dell’11% realizzata all’80% sui mercati internazionali. Il gruppo scaligero – 599 ettari in produzione cui si aggiungeranno il prossimo anni altri 165 – articolato su diverse tenute in Veneto, Toscana, Puglia ed Umbria si prepara a festeggiare nel 2022 i 120 anni dalla sua fondazione.

Per il presidente del Gruppo, Dario Tommasi (nella foto): «Il 2021 è stato senza dubbio un anno complicato per la gestione della mancanza delle materie prime, la difficoltà di programmazione, ma senz’altro di ripresa. Si è chiuso molto più positivamente del 2020 grazie al rilancio del comparto Ho.Re.Ca in Italia e nel mondo, alle solide relazioni con i nostri partner commerciali, alla grande collaborazione dei nostri stakeholders e soprattutto grazie alla grande capacità di adattamento e flessibilità, che abbiamo dimostrato con la squadra dei nostri collaboratori. Sono fiducioso che nel nuovo anno continuerà il positivo andamento che abbiamo registrato negli ultimi mesi e ritengo possibile un ritorno ai livelli pre-pandemia entro la metà del 2022. Per la nostra azienda i comparti di Ho.Re.Ca e Retail incidono sul business aziendale per il 50% ciascuno: ciò dà misura di quanto sia stato complesso uscire dal 2020 senza l’apporto della ristorazione. Il 2021 ha segnato una netta svolta e il Paese ha fortunatamente raggiunto una consapevolezza e maturità tale da scongiurare nuove chiusure: non posso quindi che essere positivo circa i mesi che verranno».

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 Il direttivo di famiglia (qui sopra la quarta generazione) ha ben chiari gli obiettivi che attendono l’azienda: «Il prossimo anno festeggeremo il 120.mo anniversario dalla fondazione della nostra azienda. Siamo figli e nipoti di un mezzadro appassionato e visionario, orgogliosi delle nostre radici e negli anni abbiamo sempre lavorato con l’ambizione di diventare una delle realtà più riconoscibili del panorama enologico nazionale – continua Dario Tommasi – e continueremo su questa strada: consolidarci nelle Regioni, in cui siamo presenti diventa prioritario, promuovendo investimenti nelle nostre aziende per migliorare l’efficienza dei processi produttivi, la qualità dei nostri vini, le strutture dedicate all’ospitalità, per noi essenziali, in un’ottica di sostenibilità economica e attenzione all’ambiente. Parallelamente continueremo con energia il grande lavoro che stiamo facendo sia in Italia che sui mercati esteri con l’obiettivo di avere il marchio Tommasi riconosciuto come emblema dell’eccellenza del Made in Italy nel mondo».

I progetti in pipeline per il 2022 sono diversi, seppur rallentati quest’anno dall’emergenza sanitaria: dall’inizio dei lavori di costruzione della nuova cantina di Tenuta di Caseo, nell’Oltrepò Pavese, che termineranno il prossimo anno, all’ampliamento della cantina di produzione di Casisano a Montalcino, alla ristrutturazione della cantina storica del Barone Rotondo entro 2023, nella proprietà Paternoster a Barile, nel Vulture lucano ed al rinnovo ed all’ampliamento di Villa Quaranta Tommasi Wine hotel & Spa con nuove stanze e servizi sempre più esclusivi, in un’ottica di sviluppo dell’accoglienza enoturistica con progetti sempre più in sinergia con la cantina.

Il 2022 sarà un anno decisivo anche sul versante della sostenibilità ambientale: «Vogliamo che il nostro lavoro quotidiano sia sempre più orientato in un’ottica di ricerca e promozione della sostenibilità – commenta sempre Dario Tommasi – Ciò significa, concretamente, riporre grande attenzione al lavoro in vigna, in cantina e nelle diverse fasi di produzione attraverso strumenti e tecniche che sappiano realmente tutelare e rispettare l’ambiente in cui operiamo, senza il quale, ricordiamolo, non potremmo fare quello che più ci piace di più, ovvero grandi vini. Faccio un esempio: un piano che prevede un cospicuo risparmio energetico e l’utilizzo di bottiglie a vetro leggero sono parte un progetto più ampio e profondo, a cui la nostra azienda sta già lavorando per lo sviluppo sostenibile di tutti i processi produttivi».

C’è tanta Italia nella crescita di Tommasi Family Estates e anche il 2022 sarà orientato al consolidamento del mercato nazionale, oltre allo sviluppo dell’azienda sui mercati esteri. «Il mercato nazionale per noi è molto importante – afferma Dario Tommasi – perché solo se siamo forti a casa possiamo essere stimati ambasciatori del Made in Italy all’estero. La distribuzione in Italia oggi rappresenta circa 20% del nostro fatturato ed il resto è spartito oggi su 80 mercati stranieri; alcuni cardine e storici come Nord America e Nord Europa e rappresentano, il 30% circa del business estero complessivo. Si tratta di mercati molto maturi, dove c’è grande interesse per il vino e in particolare per le denominazioni storiche. Ci sono poi aree molto interessanti e per certi versi sorprendenti, come Islanda, Polonia, Romania e in generale l’Est Europa, mercati in grado di assorbire vini di valore. Grazie ai nostri importatori è stato svolto un meticoloso lavoro nel canale Ho.Re.Ca che continua a dare soddisfazioni anche in Asia, in particolare Korea del Sud e Giappone. L’entrata in produzione di nuovi vigneti presso le tenute in Lugana, Maremma Toscana, Puglia e Umbria nel 2022 e nel 2023 ci garantisce spazio per crescere e consolidare tutti i mercati».