Fare il “il processo alle intenzioni” è da sempre considerato una cosa illogica, giuridicamente inaccettabile. Le intenzioni fanno parte delle idee, dell’astratto, del soggettivo. I processi invece si fanno su basi oggettive, non su impressioni. Non si possono fare alle intenzioni. I processi. Ma le guerre sì.
Quella al’Iraq di Saddam Hussein venne scatenata dagli Usa sulla base di un processo alle intenzioni. Dicevano che aveva “le armi di distruzione di massa” che aveva intenzione di usarle di lì a poco e che bisognava fermarlo per il bene dell’umanità. Poi “le armi di distruzione di massa” mica le hanno trovate. Ma intanto hanno invaso l’Iraq, hanno impiccato Saddam, ammazzato un sacco di gente creando le condizioni per la nascita dell’Isis. Bel colpo!
Ma non è bastato. L’America adesso sta istruendo un nuovo processo alle intenzioni. Stavolta alla Russia.
Ieri il segretario di Stato Usa Antony Blinken a Ginevra nel corso dei colloqui col ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov ha affermato che la Russia deve fornire le prove che non intende invadere l’Ucraina.
Ma come sarebbe a dire? Come si fa a fornire le prove di un’intenzione che un altro ti attribuisce? E’ pura follia. “Onus probandi incumbit ei qui dicit” che tradotto significa: l’onere della prova spetta a chi accusa. Gli Usa accusano la Russia di voler invadere l’Ucraina e chiedono ai russi di provare che non è vero! Siamo allo stravolgimento della logica calpestando i fondamenti del diritto.
La richiesta americana avrebbe addirittura un aspetto comico se non fosse che, visti i precedenti, ha tutta l’aria di essere un pretesto per fare una nuova guerra. Anche perché Blinken ha aggiunto che gli Stati Uniti reagiranno “a qualsiasi aggressione da parte della Russia anche non militare”. Preoccupante.
Come la notizia dell’agenzia Bloomberg secondo la quale gli Stati Uniti strebbero valutando se evacuare i membri delle famiglie del personale diplomatico in Ucraina e dello staff non essenziale delle sedi diplomatiche. Movimenti che si fanno in vista di una guerra.
Abbiamo già il Covid. Di un’altra guerra mr. Biden non se abbiamo proprio bisogno. Si metta tranquillo, please.