Non è una novità che in questo periodo dell’anno ci si l’influenza. Il suo virus è endemico e continua sopravvivere grazie al meccanismo delle varianti che gli permettono di re-infettare anche coloro che se lo erano già preso in passato. Motivo per i quale ogni anni c’è un vaccino nuovo, per chi lo vuol fare. L’anno scorso, con la scusa delle mascherine e del distanziamento, c’è andata bene e l’influenza ha colpito poco, con incidenza era pari a 1,15 casi per mille assistiti ( a base statistica sono gli assistiti dei medici di base). Invece l’Istituto Superiore di Sanità comunica che nel periodo dal 18 ottobre al 7 novembre ci sono stati circa 573.000 casi con una incidenza arrivata nell’ultima settimana presa al 3,5 per mille assistiti e un totale di 207 mila casi. Da questi dati pare che quest’anno l’influenza colpisca di più che nella stagione 2019/2020. Sono in particolare i bambini con meno di 5 anni ad esser più colpiti, con incidenza del 15,8 per mille. Nella fascia di età 5-14 anni l’incidenza scende invece a 3,79, nella fascia 15-64 anni a 3,02 e tra gli individui di età pari o superiore a 65 anni a 1,64 casi per mille assistiti. La frequenza della scuola è determinante quindi nella diffusione dell’influenza. Il fatto che i sintomi sia dell’influenza che del Covid sono molto simili rende difficile la diagnosi. Per questo viene raccomandata la prevenzione attraverso il vaccino anti-influenzale.