Palapesca pieno di persone ieri sera per la rassegna “Rel (a) zioni“, contro la violenza di genere organizzata dai Comuni di Sona e Sommacampagna. Sul palco la psicologa clinica e criminologa Roberta Bruzzone che, con l’avvocata Sara Gini già Presidente del Telefono Rosa intervistate dal consigliere Paolo Bellotti e dall’assessora Monia Cimichella del Comune di Sona. La nota criminologa è un fiume in piena sul tema della cultura patriarcale che fa sentire alle donne di essere sempre un passo dietro all’uomo: scarsa promozione delle materie scientifiche per le ragazze, poca educazione all’affettività a scuola, pochi progetti sulla capacità relazionale uomini donne fanno crescere giovani incapaci di accettare l’autonomia e l’indipendenza delle donne.
“Sul palco a rappresentare gli uomini – dichiara Paolo Bellotti – mi sono trovato davvero in difficoltà, perché fin da piccoli noi maschi veniamo educati ad un sistema patriarcale, che innegabilmente genera in noi numerosi stereotipi ed averne la consapevolezza è un percorso lungo, per il quale queste serate sono sicuramente molto importanti.”
Ma a Verona com’è la situazione? Risponde l’avvocata Gini : Verona ha avuto il primo Centro Anti Violenza e abbiamo molte strutture sul territorio, abbiamo un protocollo sull’accoglienza della donna vittima di violenza, ma la cultura è dura da modificare, i tempi non sono luminosi e le leggi complesse da far applicare. E’ importante che la donna vada a denunciare con un legale che la rappresenti perché questo può davvero cambiare le cose”. Roberta Bruzzone più pessimista sul futuro delle giovani donne a suo avviso troppo poco motivate a studiare, a rendersi autonome , spinte da una società che le vuole sempre belle e disponibili: «L’uomo perfetto non esiste ma non affrettate le cose ragazze, non accettate troppi compromessi, realizzate la vostra vita e solo così potrete essere forti e ricche di quell’autostima che serve ad accorgersi di essere in una relazione tossica».
“Ho detto alla dottoressa Bruzzone – dichiara Monia Cimichella – che dobbiamo rivederci sicuramente organizzando degli incontri dedicati alle giovani donne e giovani uomini del nostro territorio, perché è da loro che deve arrivare il vero cambiamento, rompendo quegli stereotipi che oggi sono ancora troppo presenti e spesso sottovalutati”.
Molte le domande dal pubblico, alcune raccolte anche in forma anonima, in una serata che ha aperto molti varchi sul tema della differenza di genere e della violenza di cui non si parla mai abbastanza.