Il Verona prende tre gol nella prima mezz’ora. I primi due per dei ritardi dei difensori. Il terzo per un incredibile errore di Dawidowicz che, su rimessa del portiere avversario invece di spazzare via la palla, la lascia maldestramente rimbalzare verso Montipò in uscita fuori dall’area, così che l’attaccante del Venezia che marcava gliela può rubare, facendola rotolare lentamente dentro la porta. Un episodio che rende bene lo stordimento con il quale l’Hellas è sceso in campo per il derby veneto. Errori su errori, manovra ripetitiva a centrocampo con un Ilic inesistente. Alla mezz’ora Tudor sostituisce Casale con Magnani. L’assenza di Barak, ammalato, si fa sentire. Primo tempo da dimenticare che si chiude in svantaggio per 3-0. Poi al 5° della ripresa il Verona accorcia le distanze con un autogol su corner. E’ la scintilla che lo fa rinascere. Diventa un’altra squadra. Anzi, la solita. Al 63° la palla sta entrando nella porta veneziana, ma un difensore la devia con la mano: espulsione e rigore per il Verona. Batte Caprari e segna il 3-2. Ci sarebbe da giocare con un uomo in più. Ma Dawidowicz si fa male a un ginocchio. Solo che Tudor ha finito tutte le sostituzioni. Così resta stoicamente in campo e si fa ampiamente perdonare l’errore che ci era costato gol. Non passa un minuto e Simeone pareggia: 3-3. Una rimonta incredibile. E ancora più incredibile è che il Verona vada a vincere per 4-3 con un altro stupendo gol di Simeone che si porta a 11 nella classifica dei marcatori. Grande vittoria, ma soprattutto grande dimostrazione di carattere. In classifica i punti adesso sono 23. Niente male.