Un’azienda su cinque utilizza sistemi di robotica per rendere più efficace la propria produzione, così come si pone grande attenzione ai sistemi di raccolta dati da remoto. A scattare una fotografia precisa di come si stanno diffondendo le più moderne tecnologie nel sistema produttivo del Triveneto nei settori meccanica, legno-arredo e agroalimentare è la prima edizione di «Trasformazione digitale nelle imprese del Nordest: tra filiere ed ecosistemi», indagine curata dall’Osservatorio 4.0 di SMACT Competence Center e la Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo. L’obiettivo dell’indagine è stato indagare l’ecosistema entro il quale avviene l’innovazione digitale, ovvero la rete di relazioni e attori su cui le imprese fanno leva nel processo di trasformazione 4.0, per comprenderne caratteristiche, dinamiche e interazioni. Un approfondimento che rappresenta l’esordio dell’«Osservatorio 4.0», ovvero il coordinamento dei ricercatori delle Università del Nordest sui processi di trasformazione digitale nato all’interno di SMACT, centro di eccellenza che ha l’obiettivo di favorire la diffusione delle tecnologie 4.0 creato da 40 partner tra cui le Università e centri di ricerca del Triveneto, Intesa Sanpaolo e alcune tra le aziende più innovative del territorio.
All’indagine hanno aderito 262 imprese del Triveneto: un’impresa su due adotta tecnologie 4.0, con punte del 75% tra le imprese più grandi. Le tecnologie più adottate sono risultate robotica (49,6% delle imprese 4.0), sistemi di raccolta dati in remoto (32,8%) e sistemi di integrazione delle informazioni (26,7%) e le stampanti 3D (18,3%). Agli ultimi posti per livello di adozione la realtà aumentata, i sistemi di elaborazione dati e le nano tecnologie. Il 52,7% delle imprese che adotta tecnologie 4.0 ne impiega una sola. Sono adottate due tecnologie dal 23,7% e 3 tecnologie dal 7,6%. L’8,4% delle imprese adottanti ne impiega almeno 5.
Si tratta di un fenomeno recente, che ha avuto un’accelerazione a partire dal 2017, grazie a efficaci interventi di politica industriale, e ha favorito lo sviluppo di smart factories, con l’impiego cioè di tecnologie 4.0 soprattutto nei processi di produzione e di R&S.
Gli obiettivi raggiunti grazie all’adozione di tecnologie 4.0 sono relativi all’efficientamento dei processi e alla produttività, in particolare sono collegati all’automazione dei processi, il loro monitoraggio anche in ottica di tracciabilità e l’aumento della velocità di produzione e della produttività. Le tecnologie 4.0 hanno consentito anche una riduzione dei costi e miglioramenti nella gestione del magazzino, nei processi di innovazione e nella sicurezza. L’adozione del 4.0 è stata accompagnata da formazione degli addetti in produzione o R&S o da impiego di personale esterno specializzato.
I soggetti determinanti nell’adozione delle tecnologie 4.0 sono risultati i fornitori di impianti e di macchinari (nel 77,9% dei casi) e i fornitori di tecnologie (70,2%). Al terzo posto i clienti che pesano per il 13,7%, seguiti dalle Università (8,4%). Più lontani gli altri partner come i fornitori di materie prime con il 3,8%, le start-up innovative (3,1%) e i Competence Center (3,1%). Le imprese 4.0 più evolute attivano però con maggior frequenza Università (24,1%) e Competence Center (10,3%). Le imprese che adottano tecnologie 4.0 non effettuano un mero processo di acquisto di soluzioni tecnologiche ma, soprattutto quando interagiscono con clienti e Università, attivano processi di co-creazione tra l’impresa e gli altri attori coinvolti.
“La transizione digitale è un tema centrale per il futuro delle nostre imprese e Intesa Sanpaolo è in campo per sostenerla, in coerenza con quanto previsto dal PNRR. Già oggi vediamo imprese che lavorano su progetti innovativi per attivare le più moderne tecnologie digitali a favore di efficienza dei processi produttivi e aziendali. – sottolinea Roberto Gabrielli, direttore regionale Veneto Ovest e Trentino-AA di Intesa Sanpaolo – Queste aziende hanno compreso anche l’importanza di rielaborare modalità lavorative e produttive in chiave di sostenibilità, grazie al contenimento dell’impatto ambientale e ad un impulso alla buona occupazione”.
“Indagare le dinamiche con le quali avviene la trasformazione 4.0 all’interno di aziende appartenenti a settori cruciali per il territorio quali sono meccanica, legno-arredo e agroalimentare è fondamentale per comprendere al meglio come le nostre imprese stanno affrontando il cambiamento portato dalle nuove tecnologie” – spiega Fabrizio Dughiero, presidente del consiglio di gestione di SMACT Competence Center.
“L’indagine restituisce la cifra del lavoro che l’Osservatorio SMACT andrà a fare: monitorare, con dati e risultati precisi, come si muove il tessuto imprenditoriale non solo per capire fenomeni attuali, ma anche prospettive e programmi di evoluzione in chiave 4.0 per il futuro” – sottolinea Eleonora di Maria, coordinatrice dell’Osservatorio SMACT 4.0.