Non confondiamo la politica estera Usa con il popolo americano. Non sempre l’establishment interpreta il comune sentire. Biden ha vinto le elezioni, ma non è detto che abbia la maggioranza degli americani. Specie se c’è il rischio che li conduca ad un’altra guerra.
Biden è del Partito Democratico, che ha la fama di essere progressista e pacifista. Peccato che sia sempre stato un presidente democratico a portare in guerra gli States. I precedenti non rassicurano.
Ieri Trump in un comizio in Texas per le elezioni di “metà mandato” ha attaccato Biden proprio sulla politica estera.
“Quello che Putin e la Russia stanno facendo con l’Ucraina – ha affermato Trump– non sarebbe mai accaduto con me presidente” aggiungendo che con “la debolezza e l’incompetenza di Biden si rischia una terza guerra mondiale”.
E se questa è una preoccupazione per lui che vive al di là dell’oceano, figuriamoci per noi che l’Ucraina ce l’abbiamo a due passi.
Con Trump il rischio di arrivare a una guerra per l’Ucraina, che potrebbe innescare la terza guerra mondiale, non ci sarebbe stato. A differenza di Biden, la sua linea era per il dialogo con Putin. Al punto da essere stato accusato di avere ricevuto aiuti russi per la sua campagna elettorale. Ed ha ragioni da vendere. Prima fra tutte quella che l’ostilità nei confronti della Russia da parte degli Usa e della Nato spinge Putin ad allearsi con la Cina, che è il vero problema.
Da quando i democratici si sono insediati alla Casa Bianca le relazioni con Mosca sono peggiorate. Però mai s’era arrivati al punto da ipotizzare una guerra. Neanche ai tempi della guerra fredda, se si esclude la crisi di Cuba nel 1962. Il primo atto ostile nei confronti della Russia l’ha fatto Obama, sempre democratico, imponendo le sanzioni dopo l’annessione russa della Crimea. Ma mai s’erano viste truppe Nato ammassarsi sul confine orientale dell’Europa.
Trump fa bene a denunciare il pericolo di una guerra. Chissà che di fronte alla prevedibile disapprovazione da parte dell’opinione pubblica dell’escalation militare Nato ai confini russi non vi sia un ripensamento da parte di Washington.