“Sto con i ristoratori veronesi” dice Flavio Tosi, che appoggia la loro protesta domani 7 e l’8 gennaio. “Questo chiudi-apri-chiudi è grottesco, beffardo – dice Tosi – pensato e scritto da un Governo che forse non sa cosa significhi impresa e lavoro. Aprire due giorni dopo due settimane di stop per poi richiudere sine die, con l’incertezza che regna dall’11 gennaio in poi, è deleterio per molte attività, per le quali costa di più aprire solo due giorni che che tenere chiuso. In un contesto già drammatico di per sé, infatti la ristorazione è con l’alberghiero e il mondo culturale e del tempo libero il settore più colpito dalle restrizioni”. Tosi definisce il Governo “lunare”. “Vive fuori dalla realtà, meno l’1 per cento dei contagi infatti avviene in bar e ristoranti, lo sostiene un autorevole studio della Facoltà di Medicina del San Raffaele pubblicato su Acta Biomedica con la John Hopkins Center Humanitarian Health. Gli esercenti hanno imparato a gestire le loro attività con la pandemia in corso, vedi distanziamento, posti a sedere, mascherina e gel igienizzante. Questo Governo assistenzialista e dei bonus a pioggia è poco sensibile alle ragione delle imprese e del lavoro e sta abbandonano a loro stesse intere categorie e comparti dell’economia”.
Alberto Bozza aggiunge: “Hanno ragione i ristoratori, non c’è alcuna logica nel permettere la riapertura di ristoranti e bar per due giorni per poi richiuderli. Sarebbe stato preferibile tenere tutto chiuso fino al 10 gennaio e usare questa settimana per decidere cosa fare da lunedì prossimo, così da dare con anticipo le indicazioni del caso alle aziende e ai lavoratori, che sono stanchi di questa mancanza di programmazione”. “Certamente – continua Bozza – c’è una pandemia da affrontare, ma il Governo Conte non può continuare a colpire i cittadini sul piano psicologico oltre che economico. Interi comparti economici si sentono presi in giro”.