(di Marco Danieli) Covid: è confermata una timida tendenza al ribasso sia per i contagi che per i ricoveri. Ormai il Veneto ha raggiunto i 5 milioni e 500 mila tamponi. Più di tutte le regioni.  Ieri ne sono stati fatti 21.299 dai quali sono emersi 1.715 positivi, con un’incidenza dell’8%.  L’incidenza nazionale è attorno al 14%. Zaia, spazientito, ha confermato la necessità di un allineamento dei criteri con i quali vengono fatti i tamponi dalle varie regioni. Finché non si valuterà in base a dati omogenei, non si potrà mai avere un quadro preciso. Non si può ragionare in termini assoluti, ma solo percentuali. “Se il Veneto fa 60 mila tamponi al giorno e la Basilicata ne fa 400, ovvio che basandosi su numeri assoluti la situazione veneta sembrerà più grave. Ma non è così.” Quello che stupisce – ha sottolineato il governatore- è che personaggi del mondo scientifico fingano di non capire e danno a vedere di meravigliarsi  che il Veneto abbia tanti positivi. “Ma io mi sono stufato di spiegare. Non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire! Il Veneto non ha il più alto numero di contagi. Il Veneto trova più positivi di altri perché fa più tamponi.”

Anche i ricoveri depongono per una tendenza a un lieve miglioramento. E’ dal 31 dicembre che c’è un calo costante dei ricoveri sia in area non critica che in terapia intensiva, dove ad oggi ci sono 96 letti liberi in terapia intensiva. Anche l’ultima circolare del ISS ha dato ragione al Veneto sui tanto criticati tamponi rapidi. Se non fossero stati fatti, usando solo quelli molecolari più complicati da sviluppare, non sarebbe stato possibile fare lo screening di massa che è stato fatto.