Aumentano in Veneto le prescrizioni di prodotti a base di cannabis a scopo terapeutico (qui un’analisi del dottor Giovanni Serpelloni sulla dipendenza comunque generata) : nel corso degli ultimi cinque anni le ricette per farmaci e preparati galenici a base di cannabinoidi sono decuplicate, dalle 367 del 2015 alle 3.812 nel 2019. Risulta in aumento anche il numero dei pazienti trattati: nel corso del 2019 sono stati 1.621, quasi 500 in più rispetto ai 1.124 del 2018, il 49,5 per cento in più rispetto ai 1.094 del 2017. Sono i dati della relazione annuale della Regione Veneto sull’applicazione della legge 38/2012 sull’erogazione di medicinali a base di cannabinoidi a scopo terapeutico, presentata alla commissione Sanità del Consiglio regionale del Veneto e approvata con voto unanime. La legge regionale prevede che possano far ricorso a questo tipo di farmaci e preparati galenici magistrali le persone affette da grave spasticità, sclerosi multipla, lesioni midollari, dolore cronico che non abbiano risposto alle terapie raccomandate, per pazienti oncologici.
Secondo la relazione annuale 2019 il 60% del totale delle prescrizioni sono state erogate dalle farmacie convenzionate per pazienti che ne hanno sostenuto il relativo onere economico, mentre il restante 40% sono state erogate a carico SSR.
Le Aziende ULSS con il maggior numero di prescrizioni di prodotti a base di cannabis sono state l’Ulss 6 Euganea, la 3 Serenissima, l’Ulss 8 Berica e l’Ulss 9 Scaligera. L’Ulss 5 Polesana presenta una percentuale di pazienti in trattamento abitanti nettamente superiore alle altre aziende ULSS: 177 per milione di abitanti, a fronte dei 105 dell’Ulss scaligera, dei 100 dell’Ulss Berica, degli 81 dell’Ulss Veneziana e degli 80 per milione di abitanti dell’Ulss Euganea.
Il 56,6% delle prescrizioni è stato effettuato dai medici di medicina generale, il 30,1% da specialisti di Terapia del dolore e Anestesia, Neurologia, Cure Palliative. Le rimanenti prescrizioni (13,3%) sono state effettuate psichiatri, reumatologi, neuropsichiatri infantili, oncologi e medici con altre specializzazioni.
La relazione evidenzia la difficoltà di valutare gli esiti del trattamento con tali farmaci, a causa della scarsa comunicazione tra medici prescrittori e servizio farmaceutico delle Ulss e della carenza di una piattaforma regionale informatica per il rilevamento dei dati. In base alle schede pervenute in regione risulterebbe che il 59 per cento dei pazienti registra un miglioramento della sintomatologia, per il restante 40% dei casi la sintomatologia è risultata stabile. Solo alcuni hanno peggiorato gli esiti o sospeso il trattamento.
Nel 2019 per i prodotti terapeutici a base di cannabis sono stati spesi in Veneto 463.000 euro, di cui 316.000 a carico del cittadino e 147.000 a carico del servizio sanitario regionale, di cui il 41% tramite il canale delle farmacie convenzionate. Rispetto al 2018, la spesa è cresciuta di 191.000 euro, con un aumento della spesa a carico del cittadino di 72.000 euro e della spesa a carico del servizio sanitario di 119.000 euro.