(di Marco Danieli) Rinascerà Porta Catena, l’ultimo manufatto originale della cinta di controllo di Verona sul fiume? Gli assessori ai Lavori pubblici Luca Zanotto e alla Pianificazione urbanistica Ilaria Segala – qui il nostro video – hanno eseguito un sopralluogo via gommone per verificare lo stato di conservazione di Torre della Catena. A differenza degli altri ponti di Verona, la struttura in mezzo al fiume non è mai stata demolita e ricostruita, è originale al 100%. Aveva la funzione di “casello nord” della città, faceva da porta per il trasporto via fiume delle merci e serviva per tendere una catena che faceva da sbarra dal lato destro a quello sinistro del fiume. La catena si abbassava per far passare le imbarcazione che avevano pagato i dazi. Aveva una funzione militare e protettiva.
Per questo Ilaria Segala vorrebbe inserirlo nel progetto della Variante 29, in quanto è un manufatto originale e rientra nelle fortificazioni, ha aggiunto: “Vogliamo pianificare qualcosa per il futuro. Oggi volevamo capire lo stato di salute della Torretta. Quando nel 2019, c’è stato il trasferimento da parte del demanio, il genio civile ci aveva dato indicazioni mettendoci in guardia sullo stato di manutenzione. Oggi abbiamo constatato che le condizioni sono molto buone nonostante le piene dell’Adige. Pensavamo di trovare una situazione molto più difficile”.
Il vicesindaco Luca Zanotto, assessore ai lavori pubblici ha aggiunto: “Abbiamo trovato la torre della Catena pulita perché il livello dell’Adige è molto basso, ma bisogna fare un po’ di manutenzione, perché bisogna tenere presente che quando il fiume si alza, la torretta viene invasa dall’acqua che porta residui sedimenti, sabbia e tronchi, che scavano e che potrebbero mettere in pericolo la stabilità della struttura, ci rivolgeremo al genio civile che avrà il compito di ripulire anche tutto l’argine del fiume. Ma oltre a questo abbiamo verificato che lo status interno è messo meglio di quanto ci aspettassimo”.
La torre della Catena è un edificio militare costruito nel corso del XIV secolo sul letto dell’Adige come parte del sistema difensivo scaligero della città di Verona. La torre, ora in disuso, si trova tra il ponte Catena e il ponte Risorgimento. Tra il 1321 e il 1325 il principe veronese Cangrande della Scala commissionò al maestro Calzaro l’edificazione della cinta muraria di destra Adige, che si attestava sul fiume in prossimità di una più antica cortina che proteggeva il borgo di San Zeno, lungo la quale si apriva tra l’altro, in prossimità del fiume, l’antica porta Fura. Pochi metri all’esterno della porta, la cortina turrita scaligera si protende ad angolo per formare lo sperone sporgente sulla riva fluviale, che sosteneva un capo della catena di sbarramento a monte della città. Una torre costruita nel mezzo del fiume, sosteneva gli altri capi della catena. Questa, che serviva per il controllo militare e doganale, garantiva lo sbarramento alle imbarcazioni che navigavano sull’Adige provenienti da nord: poteva essere alzata a filo d’acqua, quando di notte non si voleva che le merci entrassero in città. Il sistema di catene era ancora in funzione durante l’amministrazione della Repubblica di Venezia, per impedire il contrabbando o per evitare atti militari ostili. L’assetto definitivo venne raggiunto nel 1840.