(di Giorgio Massignan, VeronaPolis) Il Comune di Verona, ha annunciato l’inizio del lavori per il recupero dell’Arsenale. Il complesso militare austriaco, fu costruito fra il 1854 e il 1861, su progetto dell’architetto Conrad Petrasch, che lo presentò nel 1852. Nel 1995, la struttura militare austriaca, passò dal demanio militare al Comune di Verona. Nel lontano 1999, l’architetto David Chipperfield, si aggiudicò il concorso per la riqualificazione delle strutture asburgiche. Prevedeva la ristrutturazione degli edifici storici, la costruzione di due spettacolari e costosissimi elementi di architettura contemporanea, per contenere il Museo di Storia Naturale. Avrebbe dovuto ospitare, anche la Città dei bambini, la biblioteca e le collezioni di armi e monete antiche del Museo di Castelvecchio, alcune attività commerciali ed un parcheggio sotterraneo da 500 posti. 

Con l’amministrazione Tosi, il progetto Chipperfield venne definitivamente accantonato e il Museo di Storia Naturale fu destinato a Castel San Pietro, previa vendita del sanmicheliano Palazzo Pompei. Il nuovo progetto, si sarebbe dovuto  realizzare in project financing, con gli operatori privati che avrebbero gestito, per 99 anni, i circa due terzi dei volumi.

Ora, ci viene illustrato il terzo progetto, quello della Giunta Sboarina. Come era previsto anche nei precedenti, si inizia con la demolizione delle palazzine non soggette a vincoli architettonici; quindi, si procederà con il rifacimento dei tetti e la ristrutturazione degli edifici storici.

La Corte Ovest, ospiterà l’Accademia delle Belle Arti, che abbandonerà la storica sede di Palazzo Verità Montanari, posto in vendita per 10 milioni €. La Corte Est, sarà destinata ad un mercato alimentare coperto; mentre la palazzina antistante ospiterà eventi di varia natura. La Corte Centrale, sarà dedicata ai servizi per i giovani, per gli anziani e per le famiglie. Si presume, da quanto si evince dal comunicato del Comune, che gli spazi coperti, ospiteranno attività per l’innovazione, la tecnologia, l’arte, la creatività, la sostenibilità e l’ambiente.  La Palazzina di Comando, diverrà il luogo destinato alla cultura, ed ospiterà anche gli archivi ed i laboratori del Museo di Castelvecchio. Ovviamente, mi auguro che si proceda solamente al recupero fedele della vecchia struttura militare austriaca, senza la costruzione di nuovi volumi edilizi. Ma, da quanto si legge, non mi pare che si stiano scegliendo le destinazioni più idonee; e  mi pongo alcune domande:

1) E’ proprio necessario coprire la Corte Est per un mercato coperto, rischiando di danneggiare il disegno architettonico del complesso asburgico, oltre al verde? 

2) Le destinazioni d’uso, sono il frutto di attente analisi sulle scelte migliori per la città?

3) Esiste una schedatura degli edifici storici di proprietà pubblica, tale da definirne i tipi di destinazione più idonei alle loro caratteristiche tipologiche, per poi inserirli nella pianificazione del territorio?

4) Si sono studiati i percorsi culturali e/o museali, in cui l’Arsenale potrebbe rappresentare un idoneo punto di partenza o di arrivo?  

5) Si è mai pensato che la Tomba di Giulietta, con il museo degli affreschi; la Gran Guardia quale sede congressuale e di esposizioni estemporanee; il Museo lapidario Maffeiano in piazza Bra; il museo di Castelvecchio, ampliato anche degli spazi ora occupati dal Circolo ufficiali; ed infine  l’Arsenale, quale sede di museo, potrebbero costituire un itinerario museale di grande interesse ed importanza?

6) Perché inserire una macedonia di attività, anziché scegliere una destinazione culturale, collegata al sistema museale cittadino?

Proprio in questi giorni, i nostri amministratori, ci hanno fatto sapere che, in un’area paesaggisticamente e naturalisticamente fragile, oltre che storicamente molto importante, come quella di Forte Caterina al Pestrino, sulle rive dell’Adige e vicina al Parco fluviale, verranno costruiti i cosiddetti Magazzini della Cultura, una serie di edifici a forma di L, proprio di fronte al forte austriaco, anche per poter esporre, a rotazione, il patrimonio artistico, chiuso nei depositi dei musei cittadini.  Oltre a non capire che senso abbia, portare le opere d’arte in una zona simile, che andrebbe recuperata naturalisticamente e non cementificata, e con una viabilità insufficiente; non comprendo il motivo per cui, i nostri amministratori pubblici, non abbiano considerato, per quella funzione, gli spazi dell’Arsenale.