Bene ha fatto il Comune di Milano a imporre il divieto di fumare in certi luoghi all’aperto. Divieto propedeutico alla proibizione assoluta su tutto il territorio comunale che avverrà nel giro di due anni. Dovrebbe farlo anche Verona. E non solo per disincentivare il fumo che, come sanno anche i bambini, fa male, ma per combattere la pandemia. E stavolta a costo zero. Senza danneggiare attività e incassi.

Le restrizioni per il Covid sono state accolte dalla stragrande maggioranza: distanziamento, mascherina, smart-working, didattica a distanza e altri cambi di vita. Gli unici che hanno un’esenzione sono i fumatori, che per soddisfare il loro vizio – perché di vizio si tratta e non di necessità- possono girare per strada senza mascherina. E’ giusto?

Già fumare è dannoso di per sé. Per chi fuma e per gli altri. Se poi diventa una licenza per fare eccezione ad un comportamento – l’uso della mascherina- imposto a tutti è, oltre che un grave torto a chi si comporta correttamente, un iniquo e assurdo privilegio. Avete mai osservato il fumo emesso dalla bocca non protetta del fumatore che incontrate per strada? La pericolosa nuvoletta si diffonde ben oltre il famoso e opinabile metro di sicurezza. Si allunga e si trasforma in una scia puzzolente, prova inconfutabile che l’aria emessa dai polmoni del fumatore viene respirata anche dall’incolpevole passante. E chi ci dice che non contenga anche il maledetto virus?

Ecco perché il comune di Milano va imitato. Non ci sono copyright. Per fare le cose giuste è lecito anche copiare. Se poi Verona riesce a superarlo dando al divieto di fumo all’aperto una valenza anti-Covid ancora meglio!