La calzatura veronese tira la ripresa e non teme il Covid, anzi a settembre registrava un lusinghiero tasso di crescita, più 7,8% sullo stesso periodo del 2019. E non è l’unico distretto che corre: carne e dolci crescono del 3,9%; il marmo cresce del 4,1 mentre il distretto del vino registra la sua prima battuta d’arresto, meno 3,1%, dopo tanti anni di crescita ininterrotta. Sono i dati più significativi del Report sui distretti manifatturieri del Nordest elaborato dalla Direzione Studi e Ricerche di Banca Intesa-San Paolo che ha scandagliato i dati reali delle aree produttive più forti del Triveneto.
I distretti industriali del Triveneto nel terzo trimestre 2020, grazie al progressivo allentamento delle misure di contenimento della pandemia e alla contestuale ripresa delle attività produttive e dei consumi a livello mondiale, hanno registrato un balzo congiunturale nelle esportazioni riportandosi, con 8,1 miliardi di euro, vicino ai livelli toccati nello stesso periodo del 2019 (-3,6%), dopo il crollo segnato nel secondo trimestre (-32%). Dei 40 distretti monitorati, 17 sono tornati a crescere, appartenenti per lo più al sistema casa (+3,8%) e all’agro-alimentare (+1,6%). La reattività dell’attività produttiva delle imprese distrettuali nelle tre regioni ha seguito un rimbalzo a V, riportando le esportazioni in un solo trimestre prossime ai livelli pre-COVID, diversamente da quanto successo nel 2009, quando si sono impiegati più trimestri per tornare in territorio positivo. Nel Triveneto le altre industrie manifatturiere non distrettuali hanno dimostrato analoga capacità di ripresa (-3,6% la variazione del manifatturiero al netto della cantieristica).
“La ripresa dell’export distrettuale triveneto del terzo trimestre attesta la reattività e la resilienza delle nostre imprese, che hanno dimostrato capacità e competitività anche in un momento così complesso e con enormi difficoltà a livello globale. Da parte nostra, fin dall’inizio dell’emergenza, siamo stati vicini al territorio sostenendo le aziende con la liquidità necessaria e accompagnandole nei percorsi necessari per affrontare e superare la crisi. Nel corso del 2020 abbiamo concesso, nel Triveneto, oltre 91 mila moratorie per un debito residuo pari a circa 11 miliardi di euro – ha sottolineato Renzo Simonato, direttore regionale Veneto Friuli Venezia Giulia Trentino Alto Adige – Per facilitare l’accesso al credito anche alle imprese di più piccole dimensioni facciamo leva sul sistema delle filiere. Nel Triveneto abbiamo 130 contratti di filiera, per un totale di quasi 1.800 fornitori e un giro d’affari complessivo di 12 miliardi di euro.”
Venendo alla realtà scaligera: si conferma la crescita dell’alimentare veronese (Carni di Verona +4,9% e Dolci e pasta veronesi +4,9%), mentre restano ancora sotto i livelli di export del 2019 Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene -2,7% e Vini del veronese -3,2%, a causa della riduzione della domanda dagli Stati Uniti e dal Regno Unito. Nel comparto della moda rimane consistente la perdita di esportazioni: nonostante il rimbalzo estivo (-8% la variazione tendenziale del terzo trimestre vs. -54,9% del secondo trimestre), i distretti veneti hanno perso nei primi nove mesi 244 milioni di euro, più di un quinto rispetto al 2019, mentre la calzatura veronese, è l’unico distretto della moda in territorio positivo (+7,8%), sostenuto da una specializzazione produttiva nelle scarpe più informali, sneaker e comfort, più in linea con gli stili di consumo in pandemia, e da una crescita rilevante verso i mercati svizzero e belga. Positivi il Marmo e granito di Valpolicella (+4,1%) e
Dove ha esportato il Veneto? la Germania ha segnato 3,5 miliardi di euro nei primi 9 mesi del 2020 (pari al 16% del totale export), gli Stati Uniti 2,3 miliardi di euro (10% del totale), la Francia 2,2 miliardi di euro (10% del totale) e il Regno Unito 1,4 miliardi di euro (7% del totale).