Quest’anno la solita epidemia influenzale non c’è stata. Lo sappiamo adesso, ma prima eravamo molto preoccupati che influenza e covid si sovrapponessero. Se fosse successo sarebbe stato un bel casino. Soprattutto a livello diagnostico, perché i sintomi sono molto simili. Grazie alle mascherine che ci proteggono dal Covid quest’anno, dopo tanti anni, niente influenza. Alla faccia di quelli che dicono che non servono.
Meglio così. Ma ad ottobre non lo sapevamo e giustamente era stata lanciata una campagna affinché il maggior numero di persone possibile si vaccinasse contro l’influenza. Però a differenza di tutti gli anni precedenti, quando chi voleva bastava che andasse in farmacia a comprarsi il vaccino o a ritirarlo dietro ricetta del medico di base, proprio quest’anno non ha potuto farlo. Niente vaccini in farmacia. Vietato! Tutto accentrato sulla macchina sanitaria pubblica e sui medici di famiglia. Una complicazione inutile: telefonate, code, attese nelle sale d’aspetto. Invece prima uno se lo faceva a casa sua, punto e basta.
Dalle pagine de L’Adige avevamo fatto notare l’assurda decisione del governo che andava a complicare una cosa semplice. Avevamo tra l’altro sentito anche i farmacisti che erano allibiti come noi. Oggi veniamo a sapere che 10 milioni di vaccini anti-influenzali non sono stati usati. Sono rimasti lì, negli ambulatori dei medici di base e nei magazzini delle aziende sanitarie. Dovranno essere buttati via. Non servono più. Tutto questo perché il Ministero della Salute ha preteso di accentrare tutto sulla macchina sanitaria pubblica già intasata. E così non solo la campagna vaccinale è saltata, ma si sono buttati un sacco di soldi per niente.
Un’altra prova che il centralismo e la burocrazia rendono difficili le cose semplici e complicano inutilmente la vita dei cittadini .