Il Consiglio d’amministrazione dell’Aeroporto Catullo nella riunione del 17 febbraio scorso ha deliberato di convocare gli azionisti ai sensi dell’articolo 2446 del Codice civile, ovvero riduzione del capitale per perdite. Serve un aumento di capitale obbligatoriamente. Il Cda ha anche nominato i consulenti legali, e quello indipendente che seguirà la componente finanziaria del progetto. Il capitale sociale del Catullo, a bilancio 2019, ammonta a 52,3 milioni€, più 16,1 milioni di riserve, ma su questo pesano 29,3 milioni di perdite pregresse, portando così il patrimonio netto a 43,5 milioni. All’utile di poco più di 2 milioni del 2019 – il miglior bilancio dello scalo con 11 milioni di Ebitda a fronte di un fatturato di 46,9 milioni€ – hanno fatto seguito però ben 13 milioni di perdite nell’esercizio 2020.
Il Catullo si attende aiuti di Stato, in seguito ai piani di sostegno nazionali per la pandemia, per 7-9 milioni€ che però saranno disponibili soltanto a fine d’anno dopo il via libera della Commissione europea.
I dati del 2020 registrano la forte contrazione del traffico passeggeri: dai 3,6 milioni di passeggeri del 2019, nel 2020 si è arrivati ad un milione mentre Montichiari, seconda pista del Catullo, è stata riconvertita totalmente ai voli cargo diventando il terzo scalo dedicato in Italia per questo. Per Paolo Arena, nella foto, presidente dello scalo: «Ricordiamoci da dove arriviamo e cosa abbiamo fatto, non ultimo il “riscatto” di Montichiari, in questi anni. Ora abbiamo bisogno soprattutto di una governance chiara, con un orizzonte temporale di 3, 5 anni per poter lavorare con tranquillità sul piano di ricostruzione del Catullo. Altrimenti diventa difficile anche rapportarsi con le compagnie aree che pianificano a medio termine. Cacciare SAVE? a prescindere dalle affermazioni sui giornali, mi chiedo come si possa pensare di mandar via un socio che ha investito per entrare al Catullo. C’è stato anche un accertamento all’attenzione di ANAC e Procura su come siamo arrivati a questa situazione: ma le inchieste non hanno evidenziato dolo. Già nel 2011 il Catullo stava per portare i libri in tribunale, siamo partiti da quella situazione non da altro: non siamo in grado di reggere picchi di crescita se non adeguiamo lo scalo a traffici più grandi. Per questo abbiamo investito 35,8 milioni€ in questi anni, proprio per avere una struttura in grado di fornire un servizio in sicurezza».
Sul Catullo pesano inoltre alcuni contenziosi relativi a Brescia Montichiari, legati ancora al passaggio dalla gestione militare a quella civile, più diritti aeroportuali risalenti a prima del 2011, per oltre 22 milioni € di cui 16,6 sono stati già stati versati per ordine della Magistratura.
I dati sono stati resi pubblici nella seconda commissione di Palazzo Barbieri nel corso dell’audizione convocata dai consiglieri comunali per capire lo stato dell’arte del Catullo e i piani degli azionisti. Questi rimangono ancora sospesi – non si sa ancora chi e come parteciperà all’aumento di capitale tranne la Fondazione CariVerona che si è detta pronta a partecipare cash – mentre si è capito dall’ad della SAVE, Monica Scarpa, secondo azionista dello scalo, che il progetto per la nuova aerostazione Romeo – realizzato dalla scaligera Technital – è pronto per essere attuato: la gara fra i fornitori è già stata fatta, la scelta dell’impresa costruttrice anche. Servono “soltanto” i quattrini per dar via ai caterpillar.
«Serve un progetto industriale vero e non abbiamo pregiudiziali su SAVE, l’importante è che la visione strategica dell’aeroporto rimanga ancorata alla crescita del territorio, oltre che alla ricerca della redditività della società. Speriamo che rimangano anche i soci pubblici con accordi chiari coi privati. Chiediamo che si vada a cercare non soltanto un turismo low-cost, ma che si guardi a progetti che possano distribuire valore» sottolinea la Fondazione CariVerona che così apre alla società veneziana guidata da Enrico Marchi con cui i rapporti erano stati tesi in passato.
Disposti a partecipare all’aumento di capitale il Comune di Villafranca e la Provincia di Bolzano che chiede risorse straordinarie allo Stato.