(di Leonardo Ferrari *) Ancora una volta il consigliere regionale Bozza (FI) entra nel dibattito sull’aeroporto e parla di “attacchi ingiustificati a Save, che finanziariamente ha rimesso in piedi lo scalo a un passo dal fallimento“. E’ lecito nutrire simpatia per la società veneziana che gestisce l’aeroporto Marco Polo e quello di Treviso oltre a quello di Verona. Ci mancherebbe! Quello che non va bene è che un consigliere regionale non si informi bene prima di fare delle affermazioni inesatte. Andare a dire che Save ha salvato il Catullo non corrisponde alla verità storica. Forse Bozza non sa che Save è entrata nella Catullo spa nel 2014, ma che già nel dicembre 2012 i Soci Pubblici avevano ricapitalizzato la società per 15 milioni di euro e avevano completato la ristrutturazione societaria con l’uscita di ben 302 dipendenti (dato rilevato dai bilanci consolidati). Affermare che il salvataggio sia stato fatto da Save è come dire che i Soci Pubblici hanno sborsato 15 milioni di euro per puro divertimento o addirittura per compiacere il futuro partner privato che si sarebbe trovato il prodotto finito?

Ma non è tutto. Definire “surreali” le dichiarazioni “di esponenti cittadini di Fratelli d’Italia che sono in maggioranza a Verona ma parlano come fossero all’opposizione, sollecitando il Comune, cioè il loro Sindaco, a prendere in mano la gestione dell’aeroporto” significa non conoscere nemmeno la realtà attuale. Dove ha letto, Bozza, che far parte di una maggioranza significa non poter avere una propria visione su uno dei principali problemi di Verona?  Il tema aeroporto non era mai stato affrontato a livello comunale. Ora che è stato fatto ognuno esprime il proprio parere. Senza condizionamenti e senza simpatie. Liberamente, come può fare chi non ha nessun padrone ed ha a cuore solo il bene della comunità che rappresenta. 

(* Capogruppo di Fratelli d’Italia in Consiglio comunale)