(di Marco Danieli) Nel 1960 l’aspettativa di vita in Italia era di 69 anni. Oggi più di 81. Sono più di 7 milioni gli ultra-ottantenni. Più di 14 mila quelli che hanno superato i 100 anni! L’anzianizzazione è sicuramente frutto di un maggior benessere e di una più attenta gestione della salute, ma comporta anche dei problemi. Molte malattie sono più diffuse di una volta.
Fra queste il morbo di Alzheimer, una forma di demenza che colpisce le persone di età avanzata, ma in alcuni casi anche di età media. La demenza “tipo Alzheimer” comprende tutta una serie di patologie neuro-psichiatriche oggi diffuse a causa dell’innalzamento della lunghezza della vita. Essa comporta gravi problemi non solo per chi ne è affetto, che diventa non auto-sufficiente, ma anche per la famiglia che deve gestirlo: dev’essere continuamente sorvegliato e accudito. Un impegno gravosissimo per i familiari che incide pesantemente sulle abitudini di vita e addirittura sulla salute.
Tanto da essere diventato un problema sociale cui il Comune di Verona dà una risposta importante. L’assessore ai servizio sociali Daniela Maellare ha presentato “ i percorsi di formazione itineranti per i famigliari dei malati di Alzheimer” volti ad aiutare le famiglie a gestire il malato. Causa Covid questa iniziativa si svolge online, cosa che, come rilevato dal presidente dell’associazione dr. Pedron, ha anche il vantaggio di fare in modo che i destinatari del programma non debbano spostarsi dalla propria abitazione. Cosa di non poco conto per chi deve assistere continuativamente il malato. Il corso consiste in undici incontri nei quali vengono affrontati molti argomenti utili, come le informazioni scientifiche sulla malattia, gli aspetti legali e la stimolazione cognitiva. La dr.ssa Lugoboni, che coordina i “gruppi ABC”, ha anche illustrato l’utilità di mettere in comune le esperienze dei famigliari dei malati di Alzheimer per poterli gestire in maniera più adeguata.