Continuano le prese di posizione sul passaggio – ufficializzato questa mattina al Liston 12 – della consigliera comunale Daniela Drudi dagli scranni di Verona Domani (dopo un passaggio in Fratelli d’Italia e prima ancora da Battiti per Verona) a quelli di Forza Italia-Lista Tosi. Per Alberto Bozza, consigliere regionale di Forza Italia «La scelta di Daniela è importante e coraggiosa, perché è anomalo passare dai banchi delle maggioranza a quelli dell’opposizione come fa lei oggi. Ma è una scelta coerente rispetto al suo percorso e ai suoi valori. Daniela sul piano politico ritorna in Forza Italia, partito in cui ha militato undici anni, e sul piano civico sceglie la Lista Tosi in Consiglio comunale. Del resto a livello nazionale si sempre auspicato che Forza Italia possa aprirsi alla forze civiche locali e alla società civile. Ed è un fatto che il gruppo che in Consiglio comunale è arbitrariamente denominato ‘Forza Italia’ e che sostiene l’attuale Sindaco non c’entra nulla con la vera Forza Italia, che a Verona è rappresentata dal Segretario provinciale Claudio Melotti ed è fuori dalla maggioranza Sboarina».
E la diretta interessata, che dice? «Forza Italia è la mia storia e la decisione di sostenere convintamente il Governo Draghi, accogliendo l’appello alla responsabilità del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, ha certamente influito nel rientrare in un partito a me caro. A livello locale invece torno con Flavio Tosi perché Tosi è stato un grande Sindaco e intendo collaborare nel progetto di rilancio della città dei prossimi anni. Così potrò tornare a concretizzare le mie idee e le mie proposte per Verona, in particolare per la cultura, che per me da insegnante è un settore fondamentale. La mia è una scelta politica e amministrativa, nulla di personale, anzi ringrazio e auguro buona fortuna ai miei colleghi di maggioranza”. Drudi è entrata nel merito: “Anche la cultura a Verona in questi anni ha sofferto dell’immobilismo generale dell’attuale Amministrazione, che ha fatto poco e male. La commissione Cultura di cui sono presidente e il Consiglio non sono stati mai davvero coinvolti, infatti è stato deciso tutto a livelli più alti senza concertazione e dialogo. Risultati? Il fallimento della candidatura di ‘Verona capitale italiana della cultura’, un grande smacco per la città. Ma l’elenco di ciò che non ha funzionato è lungo: dalla celebrazioni per Dante ai velleitarismi sulla destinazione dell’Arsenale, da Castel San Pietro al Cortile di Giulietta, fino all’assenza di grandi mostre in Gran Guardia».
Ne vedremo ancora delle belle. Al voto delle Amministrative mancano poco più di 400 giorni: allacciate le cinture, l’ottovolante della politica cittadina si è appena messo in moto…