Quando il Milan viene a giocare nella “fatal“ Verona è automatico che scatti il ricordo dei due scudetti persi nel 1973 e nel 1990 per le altrettante sconfitte subite al Bentegodi. Ne è passata di acqua sotto i ponti dell’Adige da allora, e la memoria di quei due eventi non ha condizionato il Milan, come non lo condizionato l’assenza di Ibrahimovic, in tribuna reduce da Sanremo. 
Juric conferma la formazione vittoriosa a Benevento con il tridente  offensivo formato da Lasagna, Barak e Zaccagni e al centrocampo con Tameze e Veloso.  Possesso palla veronese per i primi venti minuti. Poi basta. Al 24’ Krunic viene atterrato da Magnani al limite dell’area: punizione. Lo stesso tira e realizza sorprendendo Silvestri. Il Milan è in vantaggio per uno a zero. Da allora i ragazzi di Juric non riescono più ad imbastire un’azione. L’impostazione tattica di Pioli vanifica il gioco veronese. Qualcosa non va al centrocampo, ritmi troppo lenti, errori tecnici, troppi stop e passaggi sbagliati. Bisogna cambiare. Al 49’ Dalot si svincola dalla marcatura e tira: il Milan raddoppia. La partita è chiusa. A poco servono i cambi: Bessa e Salcedo al posto di Barak e Zaccagni, entrambi stanchi o comunque annullati dai rispettivi marcatori. Quindi Di Marco e Ilic per Veloso e Gunther.

Non cambia niente.  L’unico a dare un po’ di verve ad una squadra spenta è Di Marco con alcuni guizzi nel tentativo di accorciare le distanze, ma la partita si trascina fino alla fine senza che il Verona trovi la forza di reagire. Stanchezza? Il Milan messo in campo troppo bene? Una giornata storta? Tutto può essere. L’unica cosa certa è il risultato: Milan batte Verona 2-0. Ci sta.