(di Maddalena Morgante *) «Dobbiamo ringraziare Franco Rossato, presidente del Pordenone Volley, per aver fatto emergere – col suo comportamento comunque discutibile nei confronti della atleta Lara Lugli al di là delle spiegazioni e delle giustificazione addotte – il problema vero di questo Paese: l’insofferenza, l’indifferenza alla maternità. Atteggiamenti comuni a tanti, troppi datori di lavoro che vedono la maternità come una “perdita” economica, come un limitato controllo sull’attività delle proprie collaboratrici, come un ostacolo alla crescita delle imprese. E’ inutile girarci attorno: la maternità è un diritto naturale che il mondo del lavoro deve preservare e garantire.
Perché banalmente con quel diritto il mondo del lavoro, l’economia, non ci rimettono, anzi ci guadagnano. E’ talmente evidente che è sin inutile spiegarne i perché. Adesso però bisogna uscire dallo sconcerto passeggero, dalle polemiche che durano una settimana e poi scompaiono, dalle prese di posizioni obbligate, scontate, inutili: vuote celebrazioni di una retorica femminista a corrente alternata, che si inginocchia per black lives matter, ma si disinteressa della condizione reale delle donne in Italia. Credete che ci basti la pillola del giorno dopo? Davvero, pensate che la nostra preoccupazione sia la possibilità o meno di abortire in casa?
No. Adesso è il momento di pretendere condizioni nuove per le donne che scelgono la maternità. E nessuno deve rimetterci. Tocca al Governo fissare nuovi paletti, nuove garanzie sia per le donne; per le famiglie, per le imprese. Che sia reale il diritto a non perdere il posto di lavoro; che si rendano nulle le lettere di dimissioni durante il periodo della gravidanza date dalle donne; che si avvii col Recovery fund un piano di edilizia per nidi e materne diffusa sul territorio; che vi sia un “reddito di maternità” che sia una vera garanzia e che tolga alle imprese ogni costo. Non chiediamo assistenza, ma il riconoscimento che senza una politica per la natalità questo Paese non sarà in grado di sopravvivere. Il fatto che il governo Draghi veda appena otto ministre è l’ulteriore conferma della necessità di un cambio di passo immediato».
(* Responsabile veneta del Dipartimento Famiglia, Pari opportunità, Diritti non negoziabili di Fratelli d’Italia)