Stavolta il confronto fra l’allievo (Juric) e il maestro (Gasperini) s’è concluso con la vittoria di quest’ultimo. Due gol presi nel primo tempo, uno su rigore alla mezz’ora, e l’altro poco prima del riposo hanno sancito la superiorità dell’Atalanta, che ha dominato in lungo e in largo, consentendo al Verona di superare la metà campo solo qualche volta e ancor meno di tirare in porta. Non ci sono colpe particolari di questo o quel giocatore. Il dominio è stato assoluto dal punto di vista tattico, tecnico e fisico. Gasperini ha schierato la sua squadra in modo che Juric, costretto in tribuna dalla squalifica, non potesse far giocare suoi ragazzi nel solito modo. Certamente ha avuto il suo peso il fatto che non abbia potuto essere in panchina ed abbia dovuto dirigere il gioco attraverso l’allenatore in seconda. Tuttavia la superiorità nerazzurra s’è manifestata anche nella precisione tecnica e nella prestanza fisica. Basta pensare a quello che ha fatto Zapata, marcato dal pur bravissimo Lovato, ben dotato sia tecnicamente che nel fisico, ma pur sempre meno del gigante africano che è riuscito fare il secondo gol proprio grazie alla massa corporea.
Nel secondo tempo entrano Lazovic, Sturaro e Udogie al posto di Di Marco, Veloso e Cecchini. Il Verona alza il baricentro e comincia a giocare alla ricerca del gol che potrebbe riaprire la partita. Ovviamente si scopre dietro e rischia, tanto che l’Atalanta prende anche due pali. A 20 minuti dalla fine l’occasione se la crea Lazovic, ma il portiere bergamasco para. Entra Favilli per Lasagna e Ilic per Barak. Ma è tutto inutile. L’Atalanta continua a dominare vanificando ogni tentativo fino alla fine. Il Verona perde 2-0. Risultato giusto. Purtroppo.