(di Carlo Rossi) Nel lontano 1932 Boscaini Renzo cominciò l’attivita produttiva dell’omonimo panificio, che oggi è il Panificio Boscaini s.n.c. di Fabio e Diego (nella foto). Il giovane Renzo iniziò la sua formazione di panificatore all’età di 10 anni a Gazoldo degli Ippoliti in provincia di Mantova, paesino nel quale era nato. Cresciuto, arrivò nella città di Verona ed aprì un primo forno in zona Santo Stefano, dove rimase dal ’32 al ’37. Nel 1937 si trasferì a Monteforte d’Alpone, luogo in cui aprì una piccola attività artigianale con produzione e vendita, svolgendo il lavoro di panettiere anche durante la guerra. In quel paese ospitale e tranquillo nacquero i suoi figli che subito iniziò all’arte del pane. Nel 1946, con tutta la famiglia ritornò nella città di Verona, questa volta in zona Borgo Trento, in via Felice Cavallotti. Molte le prelibatezze che Diego porta oggi avanti con passione. Per esempio ben 64 tipologie di pani e grissini con farine diverse. Un pane che fa bene, anche allo spirito.
Un fiume di racconti, Diego Boscaini, panificatore appassionato: «Un’altra chicca tutta veronese sono le brasadèle, o broade, dolci pasquali: delle ciambelle conosciute con molte varianti un po’ in tutta l’area d’influenza del Veneto. Ma originate, pare, in Valpolicella dalla ben nota devozione degli abitanti, e in occasione della Via Crucis. Era un pane tra il dolce e salato che poteva essere inanellato al braccio durante la processione, che durava allora parecchio».
Altro racconto di Diego, la storia della colomba pasquale, forse poco nota agli stessi veronesi: «E’ un lavoro duro, lievito colombe per 20 ore – spiega -. L’epicentro della focaccia e della colomba veneta è indubbiamente Verona. Se sull’antichità della “prima” non vi sono dubbi – secondo la leggenda nacque dall’estro di un fornaio trevigiano, che all’impasto del pane aggiunse pane, burro, uova e miele – l’antichità della versione “a colomba” è già più incerta, ma pare che a Verona esistesse già alla fine dell’Ottocento. Anche se – aggiunge Diego – in realtà la sua origine risale ai pani plastici della tradizione egiziana e greca, che continuò poi con quella romana e avevano funzioni magiche e votive. Queste tradizioni, mutate nei significati, si mantennero col Cristianesimo ed assunsero, nelle varie regioni e province, forme e significati diversi. Nel periodo pasquale, centro del Credo Cristiano, questa manifestazione a Verona è continuata con la formazione di pani dolci che, nella seconda metà dell’Ottocento, con l’introduzione del lievito di birra in sostituzione del lievito naturale ed il progresso della tecnica molitoria andò sempre più raffinandosi creando delle vere e proprie attività di fine pasticceria con l’aggiunta di mandorle, nocciole e frutta candita, come la nostra Colomba Pasquale. Oltre che espressione d’un alto livello di pasticceria artigianale la Colomba Pasquale rappresenta un’importante specializzazione agroalimentare dell’industria veronese».