Quindici milioni cash per le imprese veronesi: è un obiettivo possibile grazie ai surplus del bilancio di Palazzo Barbieri. E’ quanto chiede Patrizia Bisinella che oggi, col suo gruppo Fare Verona, ha nuovamente sollecitato un’azione del sindaco in questa direzione: «E’ indubbia la necessità di liquidità che hanno oggi i nostri commercianti ed esercenti. Vanno aiutati adesso, sono in ginocchio e vanno aiutati a rialzarsi e resistere. Dei 34 milioni dell’ultimo avanzo di bilancio, almeno 15 milioni il Comune può tranquillamente impiegarli per stanziare contributi a fondo perduto alle attività economiche. A Bussolengo è stata ridotta del 40% la parte variabile della Tari delle utenze non domestiche; a Villafranca per venire incontro alle attività danneggiate dalle chiusure, hanno rimodulato la Tari applicando la tariffa giornaliera. Spero che dopo Pasqua, quando in Consiglio si approverà il bilancio di previsione, si possa finalmente aggiustare il tiro. Noi ci saremo con le nostre proposte».
Alla vigilia della manifestazione in piazza Bra, Flavio Tosi nella stessa conferenza stampa (con i Consiglieri Alberto Bozza e Daniela Drudi di Lista Tosi) ha detto: «Tante città italiane hanno varato provvedimenti concreti di milioni di euro del loro bilancio per aiutare commercianti ed esercenti, penso alle vicine Treviso, Venezia e Vicenza, o a Bologna, Genova, Torino, Ravenna. Milioni destinati a contributi a fondo perduto e-o forti riduzioni della Tari. Lo stesso hanno fatto diversi Comuni della provincia di Verona, da Villafranca a Cerea, passando per Bussolengo, Bardolino, Monteforte e Torri. Dal Comune di Verona invece nulla di tutto questo, nonostante avanzi di bilancio giganteschi negli ultimi due anni, 35 milioni nel 2019 e 29 milioni più altri 5 milioni di trasferimenti (quindi 34 milioni) nel 2020. Sboarina ha questi soldi in cassa, a disposizione, eppure non ha messo e non mette nulla per dare ossigeno e liquidità alle attività chiuse o fortemente penalizzate dalla restrizioni. Serve coraggio: Sboarina invece i soldi della collettività li tiene in cassa, voglio vedere con che faccia andrà in piazza, cosa dirà a tutte quelle persone che in questo anno non ha aiutato?».
Tosi ha ricordato: «A Torino hanno scontato la parte variabile della Tari del 75% a settore ricettivo, cinema, teatri, palestre, agenzie di viaggio, tour operator, discoteche e sale da ballo; e del 42% a pizzerie, ristoranti, botteghe artigiane ed è stata accolta la proposta di azzerarla alle associazioni no profit. A Genova hanno annullato le locazioni agli impianti sportivi e ridotto la Tari a tutti del 18,37%. Ravenna ha messo 5 milioni per riduzioni Tari dal 70 all’80% e 1,5 milioni per aiuti a fondo perduto. A Bologna sulle riduzioni Tari hanno messo 10 milioni, con sgravi dal 25% al 50% per le attività. Poi ci sono le città venete, Venezia, che ha messo 16 milioni per ridurre la Tari a famiglie e imprese; Vicenza che ha scontato la Tari fino al 25% a oltre 5 mila attività, e Treviso che ha azzerato le tariffe dei plateatici e creato il Treviso Fund per finanziare le imprese».
In provincia di Verona, ha concluso Tosi, «c’è Bardolino che ha messo 900 mila euro di riduzione di Tari e tassa suolo pubblico, fa 7 mila abitanti, significa che in proporzione Verona avrebbe dovuto mettere 27 milioni. Cerea, 16 mila abitanti, ha dato 250 mila euro a fondo perduto, Verona avrebbe quindi dovuto mettere 4 milioni in proporzione. La piccola Torri, 3 mila abitanti, ha messo 200 mila euro per le partite iva, in proporzione Verona avrebbe dovuto mettere 16 milioni. Monteforte, 9 mila abitanti, ha stanziato 100 mila euro. Fortissime riduzioni della Tari poi ci sono state a Villafranca e Bussolengo».