Un mio caro amico, veronese “de zoca”, abita da anni in Cina per lavoro. Era venuto in Italia qualche mese fa ed ora deve tornare in Cina per svolgere la sua attività. Ha prenotato il volo e fatto il tampone regolamentare. Quando arriverà ad Hong Kong, che nell’ambito della Repubblica Popolare Cinese gode di una certa libertà, verrà prelevato all’aeroporto dalla Polizia e portato in un albergo: quello che decidono loro. Gli verrà assegnata una camera dove sarà obbligato a rimanere per 21 giorni di quarantena. Durante il “soggiorno” non solo non potrà uscire dalla porta, ma nemmeno aprire la finestra. Gli verrà portato da mangiare quello che passa il convento, il più delle volte noodles disidratati da cuocere aggiungendo acqua e non ci sarà servizio di pulizia della camera. Così per 21 giorni 21. Poi dovrà fare il vaccino. Quello cinese, che funziona e viene esportato in tutto il mondo.
In Cina il Covid è stato praticamente debellato. Con questi sistemi.
In Italia invece si fanno le cose all’italiana. E così continuiamo a trascinarci il problema. Negli aeroporti i controlli sono fatti all’acqua di rose. A volte non vengono neppure fatti. Adesso si sono inventati anche la quarantena di 5 giorni per chi viene dall’estero. 10 per chi è in Italia!
C’è la zona rossa: ma in giro c’è il mondo. Si tengono perfino delle manifestazioni di piazza con centinaia di persone, come ieri a Verona in piazza Bra. Controlli zero. Ognuno gira e va dove vuole. Ai giardini le panchine sono affollate di persone una attaccata all’altra. In teoria non ci si può muovere da un comune all’altro, ma poi chi controlla? Nessuno. E’ anche vietato spostarsi da una regione all’altra, ma con tante eccezioni che vanificano il divieto. Gli unici ad essere veramente penalizzati sono i bar e i ristoranti. Mancano i vaccini. Quelli che ci sono vengono somministrati con orari da ufficio, non h24! Ma Draghi non doveva fare i miracoli?