Matteo Salvini nei giorni scorsi è stato in Ungheria a incontrare il primo ministro Viktor Orban assieme al suo collega polacco Morawiecki, leader dei rispettivi partiti di destra che governano i due paesi. Ma chi è Orban? Perché è così avversato dal’UE? Lo abbiamo chiesto a un esperto di politiche comunitarie, Nuccio Carrara, già sottosegretario della presidenza del consiglio del secondo governo Berlusconi. “Orban è la bestia nera dell’UE, un osso duro che non risponde ai suoi valori condivisi. E’ dagli inizi della sua carriera che Bruxelles tenta di ricondurlo all’ordine. Il tipo è ostinato e ha messo mano alla Costituzione ungherese in una direzione indigeribile al mondo progressista”
Ci può fare un esempio?
“Vi si legge «siamo orgogliosi che il nostro re S.Stefano abbia edificato il nostro Stato su fondamenta solide mille anni fa e abbia reso il nostro paese parte dell’Europa cristiana». Ed è definita come un «un patto tra gli ungheresi del passato, del presente e del futuro». “Insistere sul concetto di nazione– continua Carrara- e proiettarsi in una storia millenaria, marca i confini di un’identità che non si presta all’accoglienza indiscriminata che rischia di stravolgere l’economia e la fisionomia dei popoli. Il matrimonio viene definito «unione volontaria di vita tra l’uomo e la donna» e la famiglia costituisce «la base per la sopravvivenza della nazione».
Secondo lei perché Orban non è accettato dall’UE?
“La legittimazione di Orban, forte di una maggioranza di oltre i due terzi dell’elettorato, conta poco o niente e la sovranità popolare è irrilevante se non si conforma allo “spirito dei trattati” europei. Il contenzioso con l’Europa nasce principalmente dalla resistenza dell’Ungheria alle pretese del pensiero unico che disprezza le radici dei popoli e ne violenta la cultura. Non è un caso che, in occasione dell’approvazione del Recovery fund, Orban abbia posto il veto alla clausola che prevede il rispetto dello Stato di diritto come condizione per ottenere i finanziamenti.”
Però il veto ungherese è caduto…
“Alla fine il veto è caduto, ma solo dopo avere spuntato gli artigli al potere delle istituzioni europee attraverso modifiche alla procedura d’infrazione. Tra queste– precisa il prof. Carrara- quella che prevede che la sospensione dei finanziamenti dovrà passare dal voto dei due terzi degli Stati membri. Tradotto in numeri significa che per sanzionare l’Ungheria si dovranno trovare d’accordo almeno 18 Stati su 27: una probabilità remota. Una vittoria di Orban fatta passare come una sconfitta. Ma lo scontro continua.”
Perché Orban è anche nel mirino delle organizzazioni omosessuali?
“Un’ulteriore modifica costituzionale è tornata sul tema indigesto per la UE della famiglia tradizionale, chiarendo che le coppie omosessuali non potranno adottare figli per il fatto che «la madre è una donna, il padre è un uomo». Apriti cielo! Giù le proteste delle organizzazioni per il rispetto dei “diritti Lgbt”. In Italia invece, in piena pandemia, il parlamento ha trovato urgente reprimere l’omotransfobia e cancellare i decreti sicurezza. Del resto, la surreale costruzione di “diritti” privi di presupposti fisici e metafisici, serve a prevenire l’incalzare dei “sovranismi”, che pretendono di attenersi alle leggi di natura, alla difesa dei confini e degli interessi nazionali. Ma chi pratica la speculazione finanziaria non conosce alcun limite, né etico né territoriale.”
“La Commissione europea- conclude Carrara- si dice preoccupata perché «la crisi Covid-19… ha colpito in modo sproporzionato le persone LGBTQI vulnerabili». Questa moria di omosessuali e affini non l’ha vista nessuno, ma l’Italia ci crede e intende utilizzare oltre 17 miliardi del Recovery plan per promuovere la “parità di genere”. E per la sanità? Solo 9 miliardi.”