Il giorno dopo il botta-e-risposta fra il sindaco e la Fondazione CariVerona sull’aumento di capitale di VeronaFiere fioccano i commenti della politica. Per Matteo Gasparato, presidente di VeronaDomani: ”L’aumento di capitale della Fiera di Verona è un passaggio assolutamente fondamentale ed indispensabile per l’economia della città di Verona, visto che solamente con le sue manifestazioni genera un indotto annuo di 800 milioni di euro. Trovo incomprensibile mettere in discussione questo principio elementare e porre condizioni al suo sviluppo ed alla sua crescita.  Bene fanno Comune e Camera di Commercio a difendere una delle principali realtà economiche veronesi. La Fiera non può essere terreno di scontro e polemiche e tantomeno di veti incrociati o pseudoricatti. Tutti devono avere a cuore il suo sviluppo e la sua crescita.

Per Paolo Borchia, europarlamentare della Lega: Promozione del brand Verona e difesa delle manifestazioni principali: il futuro di Vinitaly, Marmomac, Fieracavalli e Motor Bike sia legato alla nostra città. L’ente fiera rappresenta una realtà fondamentale per la sopravvivenza delle nostre attività economiche e commerciali, oggi necessariamente da tutelare a causa della drammatica situazione che ha ristretto paurosamente le opportunità imprenditoriali. La fiera – conclude Borchia – genera un indotto con ricadute dirette sui maggiori asset e deve essere considerata strategica per il rilancio del brand Verona, che la Lega da sempre ha tutelato e valorizzato ad ogni livello. Avanti con l’aumento di capitale, auspicando che questa indicazione venga seguita da tutti».

Michele Bertucco, dal canto suo, evidenzia come: «A dimostrazione che l’aumento di capitale della fiera è una pagina ancora tutta da scrivere, spunta una decisione di giunta del 16 febbraio scorso per “il conferimento alla società Veronafiere, in conto capitale, delle aree site in in Viale del Lavoro e in Via Scopoli”. Tale documento dimostra l’intenzione del Comune di contribuire almeno in parte “in natura” all’aumento di capitale dell’ente, tentando quindi di salvare in tutto o in parte il gruzzolo dell’avanzo di amministrazione, che allo stato si aggira sui 29,4 milioni di euro, e che è oggetto di discussione per un maxi emendamento bipartisan per il sostegno d famiglie e imprese colpite dalla crisi Covid. Difficile tuttavia che la Fiera, nelle condizioni in cui versa ed estremamente bisognosa di “liquidi”, possa accettare una simile impostazione, anche perché le aree che il Comune vorrebbe conferirle sono già nella sua disponibilità. Più facile ipotizzare che il contributo “in natura” possa finire in qualche modo all’interno dell’operazione più larga, che tra aumento di capitale e integrazione del fondo di riserva potrebbe costare al Comune di Verona, socio di maggioranza al 39%, qualcosa come 24 milioni di euro. Di fronte a tali cifre, che rappresentano risorse interamente sottratte a famiglie e imprese in questo momento di grave difficoltà economica e sociale, è semplicemente ridicolo il teatrino inscenato dal Sindaco Sboarina contro la Fondazione Cariverona in difesa dei vertici di Verona Fiere i quali, al netto del crisi Covid, hanno gravissime e documentate responsabilità rispetto al deterioramento dei parametri economici dell’ente. In questa situazione l’ultima cosa di cui la città ha bisogno è di una rottura tra i soci, quindi è meglio che il Sindaco si dia una regolata e faccia il suo lavoro di mediazione».