“The land of Venice”. La terra di Venezia. Questo è lo slogan della Regione per diffondere l’immagine del Veneto. Compare sempre dietro a Zaia quando appare in tv. Il messaggio è chiaro: il Veneto, tutto il Veneto, è la terra di Venezia. E’ Venezia la protagonista, la capitale. Tutto il resto è contorno. Una semplificazione comunicazionale per spiegare che cos’è il Veneto agli stranieri? Può darsi. Ma è una spiegazione troppo semplice, giustificativa del fatto che il Veneto è concepito come un’estensione della sua città più famosa. Le Dolomiti? Il Garda? Le ville palladiane? L’Arena? Una dependance di Venezia.
Una semplificazione che altera una delle principali caratteristiche del Veneto: la multipolarità. A differenza di altre regioni la nostra non ha una capitale nella quale si concentra gran parte della popolazione, come Milano per la Lombardia, Torino per il Piemonte, o Genova per la Liguria. Il Veneto ha sette province, di cui cinque equivalenti per estensione ed abitanti. E se la Repubblica dei Dogi ha avuto il suo dominio sulla terraferma, ci sono stati periodi storici in cui le città venete si sono sviluppate autonomamente, come Verona all’epoca degli Scaligeri.
“The land of Venice”, anche se mitigata nel manifesto con un mix di immagini con le Dolomiti e l’Arena, la dice lunga sull’attuale marginalizzazione di Verona. Lo slogan evidenzia il retropensiero che caratterizza l’attuale potere regionale concentrato nel triangolo Venezia-Padova-Treviso, che corrisponde all’entroterra veneziano, legato alla città lagunare dalla storia, dalla contiguità, dall’economia. Verona è lontana. E’ un’altra cosa. E’ periferia. Si, c’è l’Arena, Giulietta e Romeo…ma da visitare dopo essere stati a Venezia. “The land of Venice”: più che uno slogan, una “voce dal sen sfuggita”.
(nella foto, “La dedizione di Verona a Venezia” dipinto di Jacopo Ligozzi raffigurante Pietro da Sacco mentre consegna le chiavi di Verona al doge Michele Steno)