Dichiarazione di voto finale, oggi alla Camera, sul documento di programmazione economica per il 2021. Per il Partito Democratico la dichiarazione è stata presentata dal parlamentare veronese Gianni Dal Moro che ha chiesto, pur dando voto favorevole (sebbene lamentando la carenza di condivisione col Parlamento da parte dell’esecutivo del testo), ha indicato alcuni punti indispensabili per accellerare la ripresa economica: sostegno alle filiera produttive, al comparto fieristico, alla finanza delle imprese già chiamate a breve a restituire i finanziamenti garantiti dallo Stato del primissimo intervento di sostegno della primavera 2020 e, infine, l’allungamento a tutto il 2023 della finestra utile per eseguire i lavori del superbonus per l’edilizia al 110%. Ha detto Dal Moro: «Abbiamo l’occasione di utilizzare risorse aggiuntive pari ad altri 40 miliardi di euro per un nuovo provvedimento che sostenga in particolare i lavoratori autonomi e le imprese, ad esempio con la copertura di alcuni costi fissi, favorendo l’accesso alla liquidità, intervenendo sulle perdite. Dobbiamo intervenire sulle filiere strategiche del Paese per aiutare e sostenere le ripartenza, così come l’intervento a sostegno delle fiere, spine dorsali delle pmi, con il superamento del limite “del minimis” come fatto dalla Germania.

La tenuta del sistema delle imprese è fondamentale per la ripartenza del Paese. A tal proposito occorre concentrarsi sin d’ora per evitare tre grandi rischi sistemici per le imprese: crisi di liquidità, erosione del patrimonio, carenza di cash flow. Per questo è necessario prolungare il termine di restituzione dei finanziamenti garantiti dallo Stato, raddoppiando a 24 mesi le attuali 12 rate di preammortamento, considerando il prolungarsi al 2021 della pandemia. Gli attuali tempi di restituzione dei finanziamenti sono troppo ravvicinati e rigidi, vista la lunga durata della crisi. Tutto questo sta comportando un irrigidimento dei bilanci delle imprese, con meno spazi finanziari per gli investimenti. Allungare i tempi di restituzione del debito significherebbe liberare circa 7 miliardi sul fronte degli investimenti privati. Occorre inoltre agevolare tutti i provvedimenti legislativi che possano portare al rafforzamento del patrimonio delle imprese, consentendo loro di risultare “bancabili” dal sistema creditizio. Su questo, suggeriamo un impegno per allentare ulteriormente le regole del Temporary Framework Agreement, regole diventate si più flessibili ad aprile del 2020, ma è passato un anno e il mondo è cambiato e non poco, per questo serve una nuova flessibilità dello strumento normativo europeo che seppur sospeso fino al 2023 va ripensato».

Per Gianni Dal Moro, il governo deve puntare «Ad un nuovo modello di sviluppo che abbia al centro una nuova politica industriale, green economy e transizione ecologica, innovazione tecnologica e ricerca, infrastrutture materiali e immateriali, rilancio del Mezzogiorno e riduzione degli squilibri territoriali, investimenti su scuola e sanità, ammodernamento della Pubblica Amministrazione, riforma del fisco e della giustizia, efficaci canali di ingresso nel mercato del lavoro di donne e giovani. Il nuovo paradigma, tra le altre cose, poggia la propria ambizione sulla possibilità data alle imprese di programmare in un quadro normativo certo. La certezza di tale quadro, così come la velocità e il funzionamento della giustizia civile, sono infatti i capisaldi del sano e buon funzionamento di qualsiasi impresa. Per questo occorre, alla luce delle indicazioni contenute nelle linee guida approvate dai due rami del Parlamento per la redazione del Pnrr sui bonus edilizi, una definitiva proroga del superbonus del 110 per cento a tutto il 2023. Pensiamo sia giunto il momento di porre la parola fine all’incertezza che fin dalla sua nascita ha accompagnato questo provvedimento, sostenuto da sempre e convintamente dal Partito Democratico, che lo ha rilanciato anche nell’allargamento alle attività di impresa, se ne facciano una ragione chi trama per un suo ridimensionamento, saremo vigili».