Risponde così l’assessore Andrea Bassi alle proteste di vari comitati per la costruzione di un capannone nelle vicinanze del Monastero di Sezano, per degli sbancamenti e l’estensione dei vigneti in Valpantena. Bassi ha avviato subito un’analisi della situazione, per quanto di sua competenza, anche in base a un’interpellanza del consigliere di opposizione Bertucco sulla questione dei capannoni nelle vicinanze del Monastero e genericamente su alcuni sbancamenti nelle colline della Valpantena.

«In particolare per il capannone che deturperebbe la vista del Monastero le regole sono state seguite-  precisa l’assessore-  tant’è che la Commissione Comunale sul Paesaggio e la Sovrintendenza avevano dato parere favorevole. Trattandosi poi di zona agricola è ovvio che la coltivazione di vigneti ed oliveti è possibile e compatibile con la pianificazione. La coltura poi di queste tipologie di frutteti da sempre necessità di infrastrutture edilizie a servizio. Il tutto – continua Bassi- deve essere realizzato secondo le regole e le prescrizioni ricevute nella fase realizzata. Sarà mia cura, dopo aver incontrato il referente del Comitato, incontrare pure il titolare dell’Azienda per tentare di trovare una soluzione di mitigazione che renda il meno impattante possibile gli interventi.»

«Nel secondo caso ordine di problemi, ovvero gli sbancamenti delle colline invece, come dimostrato sopra stiamo approfondendo tutte le tre situazioni e se ci saranno irregolarità non faremo di certo sconti a nessuno.»

Giorgio Massignan, urbanista, impegnato da sempre nella lotta per la tutela dell’ambiente sia naturale che urbano, mette in evidenza come non sempre sia sufficiente avere le autorizzazioni formali e burocratiche per fare dei buoni interventi sul territorio, che è di tutti, non solo degli operatori economici. E sottolinea «che il ricorso della Soprintendenza al metodo del silenzio assenso dopo 60 giorni dalla richiesta di deroga ai vincoli e di approvazione dei progetti, è anche la conseguenza della mancanza di personale e di strutture tecniche adeguate alla difesa del patrimonio culturale e paesaggistico del nostro paese. Così come andrebbe interrotto il sistema di eleggere nelle commissioni amministrative, deputate al controllo del territorio, esperti spesso lottizzati dai partiti politici. Il suolo è un bene prezioso che andrebbe tutelato e non devastato»