La discesa in campo di Alberto Minali era attesa da tempo, ma la scelta del campo di gioco e soprattutto le dimensioni della partita sono segnali da non trascurare anche nell’ambito veronese. L’ex amministratore delegato di Cattolica e Claudio Costamagna (già presidente di Cassa Depositi e Prestiti) hanno infatti presentato Revo, una società che ha l’obiettivo di raccogliere fino a 200 milioni per acquisire, sviluppare e quotare una compagnia dalle forti caratteristiche digitali. L’obiettivo è valorizzare le tecnologie più innovative e l’analisi dei dati per rivolgersi a una clientela di piccole e medie imprese, un settore con ampi spazi di crescita rispetto al mercato assicurativo dei rischi di navigazione aerea e marittima, o per i rischi informatici e quelli di compliance, oltre che per i rischi agroalimentari. Per chi conosce la storia di Minali e le scelte che ha già compiuto nel passato la rotta tracciata è molto chiara e delineata.

E così chi si aspettava una mesta uscita di scena per l’ex AD di Cattolica Alberto Minali è rimasto deluso. E non una, ma diverse volte. Defenestrato alla fine del 2019, un evento che segnò paradossalmente l’inizio della fine della presidenza Bedoni e del suo CdA, sta raccogliendo consensi e sviluppando iniziative. Non solo nell’agosto del 2020 è stato nominato da papa Francesco esperto laico del Consiglio per l’economia del Vaticano (quasi che la Santa Sede avesse voluto prendere le distanze dalla compagnia che le dovrebbe essere più vicina), ma da mesi si parlava con insistenza di un progetto per lanciare una Spac, la “Special Purpose Acquisition Company” che ora vede la luce. Tanto che perfino Intesa Sanpaolo e Ubs si erano dette della partita, pronte a supportare un veicolo finanziario ideato per raccogliere risorse per realtà aziendali ad alto potenziale: di preciso, compagnie assicurative del ramo danni.

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Alberto Minali e Claudio Costamagna saranno AD e presidente di Revo

Ed è esattamente quello che sta succedendo in questi giorni, con l’avvio della prima fase di collocamento riservata a investitori istituzionali. A coordinare la raccolta proprio Intesa e Ubs, che si sono ritagliate il ruolo di bookrunner pare con l’obiettivo di sbarcare in Borsa a breve, dapprima nel segmento AIM per poi traghettare la società sul mercato principale. A mettere mano al portafoglio, nel ruolo di investitori chiave e con un investimento pari a 15 milioni a testa, Vittoria Assicurazioni (apparsa al tempo interessata a Cattolica, prima del closing con Generali), il francese Scor Reinsurance Group e soprattutto Fondazione CariVerona, con una scelta che non potrà non avere grande impatto sull’ecosistema finanziario veronese.

In base ai primi dettagli dell’operazione, anche se ulteriori elementi saranno analizzati nei prossimi giorni, l’obiettivo della Spac Revo è proprio la creazione di una compagnia capace di offrire una vasta gamma di prodotti specializzati. Il primo passo sarà probabilmente l’acquisizione di una compagnia nell’area delle piccole-medie realtà presenti nel segmento e con una propria linea di specialità, da trasformare nel veicolo del nuovo business. L’ipotesi di raccolta iniziale è di 200 milioni, mentre l’investimento previsto è valutato in un range tra 50 e 120 milioni, spiega Costamagna che di Revo sarà presidente, con Minali AD: “Secondo le stime il mercato italiano dei rischi specialty è pari a oltre 1,1 miliardi di premi. Il nostro progetto potrebbe offrire una soluzione alla carenza di offerta assicurativa a fronte di una domanda costante da parte delle Pmi”. E quale potrebbe essere la compagnia target, con 200 milioni da spendere? “Vogliamo comprare qualcosa di più piccolo, una compagnia con una o più specialty lines che sarà la base su cui costruire il progetto”, spiega. “Nel business delle specialty lines avremo bisogno di capitale in eccesso per svilupparci velocemente”.

Secondo alcuni osservatori questo scenario sembra esattamente l’identikit di CattRe S.A., compagnia del Gruppo Cattolica Assicurazioni dedicata alle linee di rischio non tradizionali messa in piedi proprio da Minali nell’ottobre del 2018.  L’ultimo bilancio (2020) ha chiuso con una raccolta di premi lordi in crescita a 84 milioni e un risultato tecnico netto positivo di 5 milioni. Veicolo ideale per Revo, perché è “un gruppo con competenze specialistiche focalizzate in linee di business articolate, con elevata capacità di creare margini e premi in ulteriore crescita, rileva la stessa Cattolica. Di CattRe fanno parte Satec Underwriting, che è attiva tra l’altro nei settori Space, Aviation, Environmental, Property & Construction e Weather & Contingency; Mediterranea Underwriting, focalizzata sul business Marine; Qubo Insurance Solutions, esperta nelle aree Logistica e trasporti; Aladdin, per le linee Travel & Mobility; e All Risks Solutions, oggi disponibile per iniziative in fase di analisi.

Proprio nel segmento specialty Revo punta ad automatizzare il processo di analisi e di valutazione dei rischi per rispondere efficacemente alle richieste del mercato, spiegano i promotori, mentre nell’ambito dei rischi parametrici Revo utilizzerà anche la tecnologia blockchain per certificare le transazioni, ridurre i contenziosi e abbattere gli elevati costi di liquidazione dei sinistri, la cui gestione sarà automatizzata. Insieme a Minali e Costamagna saranno in squadra anche due professionisti provenienti da Lungadige Cangrande: il CFO è Jacopo Tanaglia (già investment manager e assistente esecutivo di Minali), e il consigliere legale Stefano Semolini, che è stato direttore degli affari legali anche in Cattolica.

Per concludere restando sulla scena scaligera, due parole su una presenza di rilievo, quella della Fondazione Cariverona. Pochi considerano casuale la scelta di investire 15 milioni su un’iniziativa così rilevante come la nuova società dell’ex AD che ha involontariamente dato il via alla caduta dell’impero di Bedoni. Soprattutto a pochi giorni dall’assemblea che dirà la parola fine su un’epoca così discussa. Anche la cifra non è da poco, se si considera che la stessa Fondazione ne aveva messi 35 su Cattolica proprio all’arrivo di Minali. Certamente è una coincidenza casuale, senz’altro motivabile con l’attesa di una buona remunerazione: ma se non è scontato (e troppo presto) parlare di un asse Cariverona-Minali che passa per Verona, è sicuramente un segnale da tenere nella giusta considerazione. I risparmiatori e gli operatori economici, ma più di tutti i cittadini, chiedono da tempo progetti e iniziative per il futuro della città e della sua economia. E come si dice: se una farfalla batte le ali a Verona…