Migliorare l’ottimo funzionamento della Rete Oncologia Veneta per affrontare le prossime sfide legate anche all’emergenza Covid. E’ questo l’obiettivo che si pone il nuovo Tavolo Oncologico Permanente del Veneto al quale parteciperanno rappresentanti di oncologi medici, pazienti e istituzioni locali. La decisione è stata presa durante un incontro on line organizzato dell’Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM), da Senior Italia FederAnziani e dalla Regione Veneto. L’evento rientra nel tour che le due associazioni stanno svolgendo per incontrare tutti gli assessori regionali alla sanità del nostro Paese.
“La rete ha indubbiamente migliorato i servizi oncologici in tutto il nostro territorio – ha affermato il dott. Luciano Flor, Direttore Generale della Sanità della Regione Veneto -. Siamo riusciti a gestire le molte difficoltà causate dalla pandemia anche grazie ai collegamenti, tra ospedale e territorio, che la struttura sanitaria riesce a garantire. Vanno sicuramente migliorati alcuni aspetti organizzativi. E’ importante poter collaborare con AIOM e Federanziani perché siamo convinti che gli strumenti per affrontare le difficoltà debbano arrivare dai professionisti che tutti i giorni lavorano con pazienti e caregiver”.
“Il punto di forza della Rete Oncologica Veneta è l’unità d’intenti con la quale è stata progettata e costruita – aggiunge il prof. Pierfranco Conte, Coordinatore della Rete Oncologica Veneta -. Il problema più grosso che dobbiamo affrontare è la carenza di medici specializzati che avremo nei prossimi anni. In Veneto sono attive 26 unità operative oncologiche, alcune delle quali piccole e poco attrattive per i professionisti. Bisogna rafforzare le reti formative che attualmente sono quelle dell’Università di Padova e Verona. Vanno poi creati dei pool di oncologi ospedalieri che dalle strutture sanitarie più grandi possano, all’occorrenza e saltuariamente, essere mandati a lavorare nei centri minori”.
“Garantire sullo stesso territorio dei servizi assistenziali uniformi è uno degli obiettivi principali di una rete oncologica regionale – prosegue Giuseppe Azzarello, Coordinatore AIOM Veneto -. Lo abbiamo dimostrato nei primi mesi della pandemia quando anche grazie alla Rete siamo stati i primi in Italia ad attivare un Percorso Diagnostico Terapeutico Assistenziale (PTDA) per il paziente oncologico colpito da infezione Covid”.
“Il Veneto può essere preso a modello da altre Regioni che stanno lavorando per istituire delle Reti Oncologiche – aggiunge Giordano Beretta, Presidente Nazionale AIOM -. Come Società Scientifica siamo convinti che siano fondamentali e che vadano attivate o implementate sull’intero territorio nazionale. I vantaggi sono innumerevoli sia in termini di assistenza al singolo paziente che di risparmi per l’intero sistema sanitario regionale. Inoltre favoriscono le opportunità di ricerca clinica in un determinato territorio nonché i collegamenti tra centri di riferimento e medicina territoriale”.
“Anche la telemedicina va resa uniforme nella medesima Regione – conclude Roberto Messina, Presidente Nazionale di Senior Italia FederAnziani -. L’oncologia è una branca della medicina che può sfruttare le opportunità offerte delle nuove tecnologie anche se queste non potranno mai sostituire al 100% le visite in presenza. Infine come rappresentanti dei pazienti siamo preoccupati per il calo degli screening che si è registrato lo scorso anno. Potremmo prossimamente assistere anche in Veneto ad un aumento dei casi di tumore in uno stadio più avanzato”.