Cresce in Borsa l’interesse sul titolo Banco BPM cui viene prospettata una nuova soglia tecnica a 3,1€/azione. Nella giornata odierna il titolo cresce dell’1,94% a fronte di uno 0,14% fatto registrare dal totale del listino. A fissare il nuovo target è stata Deutsche Bank che ha letto in chiave positiva per l’ex popolare scaligera le ultime intenzioni del governo Draghi che sarebbe disposto ad aumentare i benefici fiscali nel caso di fusioni bancarie. L’idea dell’ex governatore BCE è quella di arrivare a due, massimo tre, poli bancari in Italia in grado di reggere alle prossime crisi legate al post-pandemia risolvendo contemporaneamente due “grane” del Tesoro: le partecipazioni in MontePaschi Siena e Banca Carige. Ripuliti i conti e preparato lo scudo legale per chi compra, bisogna dare a queste due banche un futuro industriale. Ovvero, spingerle nelle braccia del primo polo attuale (Unicredit) o nel secondo (Banca Intesa). Quest’ultima ha già mosso l’anno scorso con UBI Banca e quindi non resta che il polo guidato dalle Fondazioni CariVerona e CariTorino. Unicredir, nonostante i diversi miliardi di bonus fiscale, nicchia sul MontePaschi a meno che non si tratti di un’operazione a tre, inglobando anche Banco BPM che è il terzo polo nazionale. Unicredit, MontePaschi e BancoBPM assieme rappresenterebbero il 25,4& del mercato nazionale contro il 18,6% di BancaIntesa.

Non tutto il Banco vorrebbe finire in questo polo, ma la politica darà le sue indicazioni e la prima è la presidenza di Unicredit affidata a Pier Carlo Padoan, già ministro del Tesoro del governo Renzi e Gentiloni, messo lì proprio per chiudere la grana MontePaschi. In più i presidenti delle Fondazioni Verona e Torino si sono posizionati a favore del nuovo management Unicredit e stanno intessendo ottimi rapporti coi vertici del Banco facendo leva sulle partecipazioni azionarie in essere. E, infine, Draghi non è Conte: quello che deciderà sul sistema bancario italiano sarà un ordine esecutivo, non una moral suasion.

Così Banco BPM corre: dal maggio del 2020 – minimo storico di valore per l’azione a 1,0795 € – in un anno il titolo è più che raddoppiato e sta chiudendo la forbice col massimo del 28 settembre 2017 quando un’azione viaggiava a 3,5040€: c’è un 30% buono ancora da recuperare e, comunque, per gli speculatori la possibilità di portarsi a casa in poco tempo un guadagno a due cifre sul titolo c’è tutta.

Specularmente, oggi soffre l’azione BPER Banca: era la candidata alla fusione col Banco BPM più gradita dal mercato, e restare fuori dai giochi sta costando al titolo che oggi circa lo 0.30% a 1,9890€/azione. Anche qui, c’è un recupero rispetto ad un anno fa importante, circa 1 € ad azione, ma siamo ancora lontani dal massimo registrato a gennaio 2017: 3,887€/azione.