“È notizia dell’ultima ora che i lavori di smantellamento del terminal passeggeri (che diventerà un magazzino) sono iniziati e che Montichiari diventerà uno scalo solo cargo. E i passeggeri? No grazie, SAVE non è stata in grado di portare un solo volo passeggeri, un charter, neanche un….dirottamento aereo. Quindi che ci facciamo con un terminal passeggeri? Beh, semplice, lo togliamo. Che pena. Ci chiediamo: ma non era la priorità dell’ingresso di SAVE rilanciare Montichiari?” Così il consigliere regionale veronese Stefano Valdegamberi (gruppo misto) e presidente dell’associazione Vale Verona commenta i piani del gruppo di gestione aeroportuale SAVE spa per lo scalo veronese-bresciano.
“Ormai sono passati più di 6 anni dall’ingresso in Catullo di Save – prosegue Valdegamberi nella sua nota – e più di 20, considerando le cause per mettere le mani sullo scalo di Montichiari da parte dei bresciani. Ora, senza chiederlo, il tanto conteso scalo va verso una morte assistita. Si, proprio così, perché togliere i passeggeri è come uccidere, castrare, annientare, eliminare, distruggere l’aeroporto costato più di 70 milioni e mantenuto a 8 milioni l’anno. Vivere solo dei corrieri espresso? Nessun aeroporto al mondo ci riesce. Impossibile se non con volumi nell’ordine di milioni di tonnellate e quegli aeroporti che sono sostanzialmente solo cargo hanno sempre, in ogni caso, i passeggeri”.
“La rinuncia al traffico denota l’incompetenza che SAVE ha sempre avuto nel definire una strategia di sviluppo non solo per Brescia ma anche per la stessa Verona – incalza Valdegamberi – L’opzione di rinunciare al terminal passeggeri è la prova madre, se qualcuno avesse ancora qualche dubbio, dell’incapacità, o meglio, della volontà distruttiva di Save. Con l’arrivo del partner industriale SAVE i vari Riello ed Arena hanno annunciato (sempre e solo annunciato) montagne di investimenti. Invece, oltre ad essere rimasti meri slogan, ora non hanno neanche i soldi per realizzare un nuovo magazzino, assolutamente necessario vista la crescita esponenziale dei corrieri espresso, non certo per SAVE, ma per un lavoro che è stato promosso e realizzato molti anni prima che arrivasse SAVE”.
“Mi pare che SAVE ormai non ha capitali e vada verso un cambio azionario. Comunque visto da fuori non ha fondi neanche per lo scalo di Venezia, figuriamoci per Brescia o Verona – conclude il consigliere eletto nella lista Zaia – ma quello che più indigna è la totale indifferenza con cui il territorio e soprattutto i soci pubblici stanno assistendo a questa morte assistita. I veronesi stanno pagando cara la tanto osannata scelta (non certo dal sottoscritto) di aver voluto evitare una gara pubblica internazionale per consegnare il Catullo-Montichiari con i raggiri all’italiana a Save: investimenti promessi zero, anzi dimissioni. Qualcuno sarà chiamato a renderne conto”.