Juric non è più l’allenatore del Verona. Se n’è andato. Era nell’aria. Il rapporto con Setti era diventato difficile. Non c’erano più le condizioni per continuare. Soprattutto dal punto di vista tecnico. Così dopo due stagioni l’allenatore di Spalato che con a disposizione degli elementi di non particolare levatura, quando la salvezza sarebbe stato già un risultato ragguardevole, era riuscito a fare del Verona una squadra da classifica medio-alta, che gioca un bel calcio, tatticamente perfetta. Anche la prima parte del campionato 2020/21 era stata all’insegna dell’Hellas ammirato e di nuovo sorprendente. Venduti i giocatori migliori per fare cassa, Juric era riuscito comunque a mettere insieme una squadra di tutto rispetto che se la giocava alla pari anche con le grandi. Poi nel girone di ritorno qualcosa è cambiato. La squadra ha cominciato a non girare più come prima e ad inanellare tutta una serie di risultati negativi. Subito non si capiva perché. Ma era evidente che qualcosa s’era rotto. E quel qualcosa era il rapporto fra Juric, il vero artefice del miracolo Verona, e la società. E così è stato. La botta finale deve averla data la vicenda giudiziaria che ha colpito Setti. Sarà inevitabile che il sequestro dei sei milioni di euro per un’accusa di auto-riciclaggio, peraltro respinta recisamente dal presidente, qualche conseguenza sull’assetto economico della società possa averla. E così Juric se n’è andato. Al Torino, che ha le spalle grosse di Urbano Cairo, farà sicuramente bene. E non c’è da strapparsi le vesti. Questo è il calcio. Né il caso di dare delle colpe a Setti, cui va pur sempre il merito di averlo portato lui Juric a Verona. Morto un papa se ne fa un altro. E l’altro potrebbe essere l’ex giocatore e allenatore del Chievo Maran. Uno serio, che sa il fatto suo. Oppure Vincenzo Italiano, anche lui vecchia conoscenza veronese.

Sullo sfondo il grande radicamento che ha il Verona in città e in provincia. E anche una delle più belle tifoserie del calcio italiano. Non sono due elementi da poco. Due elementi che si potrebbero valorizzare e sfruttare per dare stabilità alla società mediante l’azionariato popolare.