Il Consorzio di tutela vini Valpolicella spinge su promozione, green e competitività delle aziende, con politiche di equilibrio produttivo e di tutela delle denominazioni rappresentate. È la sintesi dell’indirizzo programmatico dell’ente no profit di emanazione del ministero delle Politiche agricole, emerso ieri sera nel corso dell’assemblea dei soci convocata per la presentazione del bilancio dell’esercizio 2020 (oltre 2,5 milioni di euro) e approvato all’unanimità.
Per il presidente del Consorzio vini Valpolicella, Christian Marchesini: “L’istantanea socioeconomica dell’anno trascorso ci restituisce una denominazione resistente alla crisi e già pronta al riscatto sui mercati, compreso quello nazionale che, a causa della chiusura dell’horeca, ha registrato una flessione prossima al 10%. La pandemia ci ha costretti a modificare il paradigma della promozione, virando sul digitale. Una sfida, sia in termini di investimenti che di contenuti, che ci ha premiato anche nel ruolo di precursori in Italia di un nuovo percorso di matching sui principali paesi target e che continueremo ad alimentare anche nei prossimi mesi e in futuro. Ora – ha continuato Marchesini – è il momento di crescere e per farlo servirà aumentare anche la dotazione finanziaria del Consorzio, le cui quote sono tra le più basse rispetto a quelle richieste dagli altri enti di tutela vinicola. Ripartiamo a fianco delle aziende che, soprattutto in questa congiuntura, hanno dato prova di riconoscere al Consorzio un ruolo centrale sia nella gestione dell’intera denominazione, che ha mantenuto intatto il valore della sua produzione lorda vendibile a garanzia della reddittività delle imprese, che nell’attuazione di innovative politiche a sostegno dell’export”.
Internazionalizzazione.
E proprio l’internazionalizzazione è stata al centro delle 17 iniziative nel 2020 in 9 Paesi obiettivo (Germania, Usa, Canada, Svezia, Repubblica Ceca, Giappone, Gran Bretagna, Cina e Polonia). Mentre per l’Italia, dopo Anteprima Amarone 2016 – ultimo evento fisico del Consorzio nel 2020 – il quartier generale dell’ente si è trasformato in una piattaforma di promozione digitale, con un calendario iniziato a febbraio con la Valpolicella annual conference (quasi 8000 operatori collegati da 27 nazioni) e i corsi Vep (Valpolicella education program), che ad oggi contano 28 specialist in 13 paesi, e un nuovo focus dedicato al Valpolicella Superiore, vino di territorio, in programma il prossimo 24 giugno. Tra le attività di valorizzazione dell’identità dei vini in ottica commerciale, anche lo studio sui vini di metodo e quelli di territorio che troverà completamento nel corso di quest’anno. Massiccia inoltre la campagna di comunicazione sui principali media internazionali di settore e di ingaggio/posizionamento sui social.
Sounding.
Sul fronte della tutela, nel 2020 il Consorzio ha avviato 25 cause, di cui 18 ancora in corso, sia in Italia che all’estero. Tra le denominazioni rappresentate, l’Amarone è ancora una volta il vino più ‘soundizzato’ con il tentativo di ingresso sul mercato di marchi ingannatori come Alvarone in Portogallo o Amara in Ue, ma anche Amaroute in Italia. Non mancano i tentativi di frode anche per il Ripasso, declinato al femminile nel Benelux.
Politiche di contenimento in attesa approvazione Regione Veneto.
Tra gli obiettivi del Consorzio per il 2021 relazionati ieri sera ai soci, quelli in materia di contenimento delle rese – già approvati dai produttori e ora al vaglio della Regione Veneto – e quelli legati alla modifica di alcuni articoli dei disciplinari della Valpolicella e la prosecuzione della svolta green del vigneto Valpolicella.
Dopo una consultazione ufficiale che ha raccolto il 73% dei voti dei soci e una maggioranza largamente favorevole, il Consorzio ha formalizzato alla Regione Veneto l’istanza di riduzione a 10,5 tonnellate per ettaro (anziché 12 tonnellate per ettaro attualmente previste dai disciplinari) della resa massima di uva ammessa per la produzione dei vini ‘Valpolicella’, ‘Valpolicella Ripasso’, ‘Amarone’ e ‘Recioto’ a valere per la vendemmia di quest’anno.
Approvate anche ulteriori misure di contenimento proposte dal Consorzio: dalla rimodulazione dell’esubero massimo del 20% sul nuovo parametro di 10,5 tonnellate per ettaro, al limite di 5 tonnellate per ettaro di uve da mettere a riposo per la produzione dei vini Docg ‘Amarone’ e ‘Recioto’, e di 5,5 tonnellate per ettaro per l’uva certificata RRR o certificata biologica da mettere a riposo.
Modifiche disciplinari.
Per quanto concerne invece le prossime modifiche dei disciplinari, le più rilevanti dal punto di vista commerciale coinvolgono ‘Amarone’ e ‘Recioto’ con la possibilità di utilizzare bottiglie di vetro con capacità fino a 15 litri e l’utilizzo esclusivo del tappo a raso bocca.