(di Bulldog) Ci avviciniamo alle edizioni dei record: quota 36 medaglie olimpiche, il risultato di Roma 1960. Quindi aspettiamoci tanti bellissimi discorsi sulle capacità italiane, un popolo di eroi-santi-trasmigratori e ovviamente sportivi. Per giorni, esattamente come all’indomani della vittoria di Wembley della Nazionale agli Europei, saremo bombardati da Malagò, da Draghi, da Mattarella…inviti a Chigi, al Quirinale, inni e bandiere, festa di popolo. Abbiamo spezzato le reni alla perfida Albione persino nella vela…Tutto molto bello, per dirla con Bruno Pizzul. Oddio, non fraintendetemi: Bulldog ha tifato a squarciagola, si è alzato financo alle 6 di mattina pur di sostenere gli Azzurri, ci mancherebbe altro. Ma non possiamo fermarci qui. Le 30, 36, magari le 40 medaglie Azzurre sono la foglia di fico di un Paese che allo sport non ci pensa proprio. Guardate i palazzetti, che dico, guardiamo le palestre dove si allenano i nostri figli; guardiamo gli stadi dove giocano i professionisti, guardiamo cosa non fa la scuola: l’ora di ginnastica è stata definita l’ora d’aria per ragazzi rincoglioniti dai social. Quale sport viene praticato nelle scuole? Anzi, cosa fa davvero la stragrande maggioranza dei presidi davanti ai giovani atleti? persino nell’anno delle Olimpiade alcuni atleti hanno dovuto cambiare scuola, lasciare il proprio Liceo, per poter continuare ad allenarsi…
Perchè stupirsi? la Costituzione “più bella del mondo” nemmeno prevede lo sport, non viene mai citato, per evitare che qualcuno possa ricordare il Ventennio e i sabati degli allenamenti obbligatori. Quindi, cancelliamolo. Nascondiamolo. Facciamolo praticare soltanto da una minoranza. Che possiamo celebrare se, e soltanto se, porta a casa qualcosa…
Beh, dopo diciotto mesi di pandemia ci troviamo con migliaia di ragazzi in sovrappeso, minacciati dal diabete e dalle dipendenze. Ragazzi che non hanno fatto moto, si sono alzati dal letto, sono andati in Dad, poi alla Playstation e poi sono tornati a letto. In questi diciotto mesi migliaia di società sportive – dilettantistiche e professionistiche – hanno cercato di galleggiare fra ristori miserabili ai professionisti che ci lavorano e fra promesse di riaperture fra un mese, anzi due, magari tre… E sono quelle società che educano le nuove generazioni di Italiani tanto, e forse più, di una scuola fredda e burocratica, diventata davvero senz’anima.
Le Olimpiadi di Tokyo, con la loro bellissima messe di allori, serviranno ad una nazione non sportiva per cullarsi dell’illusione di essere una potenza sportiva, di avere tanti atleti, capaci di grandi imprese senza mai chiedersi come nascono quegli atleti, che vita condurrebbero se non fossero “arruolati” dalle Forze Armate così da garantir loro un reddito, dove si allenano, con quali risorse a disposizione, costretti a partecipare a qualche reality pur di comprare la macchina nuova o pagarsi le rate del mutuo…
Caro Draghi, se davvero ci tieni allo sport dopo aver giustamente omaggiato i nostri atleti a Chigi, acchiappa la tua sottosegretaria allo Sport, Valentina Vezzali, e metti mano al portafoglio: serve un piano straordinario per lo sport, per togliere i nostri ragazzi dalla strada e dar loro una chance per tornare a crescere. Giocando e mettendosi in gioco. Non c’è da inventar nulla: basta copiare dalla Spagna… Ma fallo per i ragazzi, subito, e non per una bellissima medaglia olimpica…