Produzioni veronesi di mele e pere fortemente condizionate dagli eventi climatici. In calo le produzioni di mele (da -50 a -80%) e molto scarse quelle di pere (-90%) rispetto all’anno scorso per le gelate primaverili che hanno provocato danni rilevanti nei territori scaligeri con la complicità della cimice asiatica, ricomparsa dopo un 2020 che aveva registrato minori presenze rispetto all’anno precedente. Le stime di produzioni delle colture a livello locale ma anche internazionale e nazionale sono state diffuse all’annuale incontro “Mele e pere 2021. Previsioni produttive e situazioni di mercato” organizzato da Coldiretti Verona in collaborazione con il Comune di Zevio al Parco della Rimembranza al Castello di Zevio, a cui hanno partecipato numerosi produttori e addetti al settore. Ad aprire i lavori è stato Diego Gabriele Bottacini, vicesindaco del Comune di Zevio a cui sono seguiti i saluti del senatore Luca de Carlo, della vicepresidente regionale Elisa De Berti e del consigliere regionale Marco Andreoli.
Stefano Faedo, presidente dell’Associazione Ortofrutta Veneta, ha evidenziato che proseguono le attività per il riconoscimento della Mela Veneta Dop precisando che “siamo nella fase delle integrazioni e osservazioni tecniche richieste dal Ministero. Inoltre, per restare competitivi, serve una ristrutturazione e un ammodernamento degli impianti esistenti”. La provincia veronese ha subito gravi danni da gelo per le mele e le pere. Faedo ha detto che è necessario “proporre a livello regionale un piano per la difesa attiva per le aziende frutticole del nostro territorio”.
Ad illustrare la situazione generale delle produzioni di mele e pere sono intervenuti Alessandro Dalpiaz, direttore di Assomela ed Elisa Macchi, direttrice del C.S.O di Ferrara. Secondo i dati di Assomela per l’Italia si stima una produzione di mele totale di 2.045.611 tonnellate, leggermente inferiore a quella dello scorso anno (-4%). Per quanto riguarda le singole regioni, risale del 5% la produzione dell’Alto Adige e del 7% del Trentino, mentre calano tutte le altre regioni a causa delle gelate primaverili. In Veneto le previsioni di Assomela sono di 172.803 tonnellate.
Giorgio Girardi, capo area Ortofrutta di Coldiretti Verona e moderatore della conferenza, ha sottolineato che nella provincia veronese gli ettari coltivati alla melicoltura sono 4.621 e rappresentano oltre il 75% della produzione regionale. Le stime produttive per la mela sono di un -50/80% rispetto al 2020 a causa delle gelate primaverili. “Il freddo ha colpito maggiormente alcune aree rispetto ad altre”, ha precisato Girardi . “Quest’anno, poi – ha detto – la cimice asiatica è ritornata sui frutteti anche se al momento sembra meno presente del 2019 ma la popolazione risulta maggiore dello scorso anno e quindi la situazione è monitorata con molta attenzione anche grazie al progetto attivato da Coldiretti Verona da due anni”.
Dalpiaz ha spiegato che le aspettative sono abbastanza buone per la stagione commerciale 2021/2022, anche se certamente non come nelle precedenti due annate. “La produzione nazionale attesa è regolare, in linea con la media degli anni precedenti nonostante le gelate primaverili e forte grandinate che hanno colpito diverse aree produttive, in Italia così come in Europa. Le condizioni climatiche al momento – ha spiegato Dalpiaz – più fresche e il leggero ritardo nello sviluppo potrebbe favorire un recupero del calibro dei frutti”. C’è una ripresa dell’export dopo la pandemia Covid-19 ma, quest’anno, si registra un aumento della produzione in Europa con un’evidente competizione sul mercato da parte della Polonia e della Spagna. Sempre più rilevante è la produzione biologica di mele, un settore che vede Italia come protagonista in Europa, dove si è registrata una crescita importante dai 5% nel 2018 al 9% nel 2020, oltre ai quasi 10% stimati per il 2021. La produzione di mele bio italiana (203.487 tonnellate) rappresenta il 34% dell’intera produzione bio Europea (605.650).
2021 negativo per le pere italiane e veronesi. “Anche quest’anno – ha precisato Elisa Macchi, Direttrice del C.S.O di Ferrara, i fattori climatici hanno influito notevolmente sulle produzioni attese. Le gelate, che si sono succedute con ripetuti episodi nel periodo compreso tra fine marzo-metà aprile, hanno interessato tutte le aree. È presente però una disformità produttiva anche all’interno della stessa zona, con ammanchi che inizialmente non sembravano così gravi. I danni sono variabili in base alla forma di allevamento, più compromessi gli impianti bassi, sulla parte più alta delle piante dove sono generalmente presenti i frutti. Presenza di cascola importante in generale per tutte le varietà ed è stata segnalata presenza di cimice e maculatura bruna, il cui impatto sarà verificabile solo a raccolte ultimate”. “Oltre all’andamento climatico che in questi anni ha decimato le produzioni – ha aggiunto Macchi – a influire sui quantitativi limitati anche il calo di superfici, con riduzioni più marcate per alcune varietà”. “In Veneto – ha detto Elisa Macchi – l’offerta attesa per il 2021 si posiziona su livelli particolarmente contenuti, ai minimi storici. Le previsioni 2021 sono stimate in poco più di 8.000 tonnellate, -70% sul 2019 e -90% su media (2015-18). Le superfici produttive in Veneto nel complesso sono in calo sul 2020 di quasi l’8%. Le varietà più penalizzate sono Conference, rispetto ad Abate e Kaiser, in lieve calo anche William. Le rese unitarie del 2021 sono in fortissima contrazione, con una forbice di calo variabile tra -80% e fino al -90% sul 2020.
Gli ettari dedicati alla produzione di pero nella provincia veronese sono 1435 e rappresentano il 48,52% della produzione regionale.
“In un momento storico così particolare e con tutto quello che sta vivendo la nostra frutticoltura non possiamo che fare delle riflessioni e soprattutto rimboccarci le maniche – ha detto nelle conclusioni Franca Castellani, Vicepresidente di Coldiretti Verona – La nascita del Consorzio Ortofrutta Veneta ha tra gli obiettivi quello di disciplinare le nostre produzioni più importanti e fare massa critica di prodotto, legarlo fortemente al territorio e farlo conoscere al consumatore, sempre più attento al made in Italy. Per quanto riguarda l’emergenza di quest’anno, in particolare le brinate primaverili, Avepa ha delimitato 62 comuni con danni alle drupacee che vanno dall’80 al 100%, alle pomacee danni dal 50 all’80% e ai kiwi dall’80 al 100%. A livello nazionale abbiamo chiesto un incremento di risorse economiche per le calamità naturali e ad oggi sono stati stanziati 160 milioni di euro ma è chiaro che questa cifra è molto insufficiente rispetto ai danni stimati solo nel Nord Italia. Siamo inoltre pronti a chiedere un piano antibrina da inserire nel Psr, come è stato già fatto da altre regioni perché dobbiamo mettere nelle condizioni le aziende di proteggersi da queste avversità, finanziando impianti antibrina”.