La sconfitta col croato Nino Serdarusic (ragazzo del 1996, 304.mo nel rank ATP) 6-3 6-3 al secondo turno degli Internazionali di tennis di Verona ha chiuso un ciclo per Paolo Lorenzi, uno dei giocatori italiani più iconici, oggi 190.mo nel ranking ATP dopo aver raggiunto, però, il 33.mo posto nel 2017. Per lui, in carriera, una vittoria nell’ATP Tour 250, 21 vittorie nei Challenger Tour nel Singolo e 7 vittorie nel Doppio fra le quali un ATP 250. Un personaggio noto al grande pubblico anche come commentatore sportivo per Sky dove ha seguito, ad esempio, la cronaca della finale di Wimbledon di poche settimane fa di Matteo Berrettini. Spiega Lorenzi: «  Sì, questo sarà il mio ultimo Challenger in Italia, ci sarà sicuramente la serie A ad ottobre e magari qualche torneo nazionale in futuro, ma sicuramente non credo di giocare ancora a livello internazionale. La prossima settimana gioco a New York , all’US Open, e poi mi fermerò».

Cosa ti dice che è ora di posare la racchetta?

«Purtroppo, il fisico non risponde più come una volta, mantenendo gli stessi ritmi di allenamento mi infortuno molto più spesso. Lascio adesso con una buona posizione sul ranking e un bel ricordo nella gente».

Il momento più bello della tua carriera?

«Ritengo fondamentali due momenti in particolare: il primo è l’esordio in Coppa Davis a Torino quando ho giocato contro Čilić e ho rappresentato l’Italia per la prima volta e poi la vittoria del Torneo ATP 250 a Kitzbuhel nel 2016».

E quello più difficile?

«Sono stato incosciente nel corso della mia carriera, se ci ripenso a 27 anni ero 160° nel ranking mondiale e pensavo di poter entrare nella top 50 e la cosa era davvero improponibile. Nonostante ciò, penso comunque che l’incoscienza sia stata una chiave del mio tennis perché non ripenso a quei momenti come un momento difficile ma solo parte del percorso»

Cosa farà Paolo Lorenzi (oltre 5 milioni $ di premi vinti in carriera) dopo il tennis?

«Ci devo pensare, adesso mi concentro sul prossimo torneo a New York e poi a settembre mi prenderò qualche settimana di riposo e vedrò per il futuro».