Forse un giorno capiremo com’è iniziata la pandemia. Certo non si potrà mai sapere se è stata voluta o se s’è trattato di un incidente, di una casualità. Fatto sta che tutto è cominciato a Wuhan e che la Cina ha colpevolmente tardato a dare l’allarme e che, dopo tutta questa vicenda che non è ancora finita, si trova ad essere più forte di prima. A conti fatti ad avere meno danni sono stati proprio i cinesi. Sarà perché il sistema politico ha consentito al loro governo di attuare politiche di contenimento del covid più efficienti, sarà perché in Occidente le democrazie non hanno potuto/voluto prendere provvedimenti drastici come la chiusura dei confini o l’obbligo vaccinale, fatto sta che i danni maggiori li stanno subendo in Europa e in America. A questo bisogna aggiungere gli effetti indiretti della pandemia.
Di sicuro la Cina se n’è avvantaggiata. Si pensi al business delle mascherine, dei guanti e dei tamponi. Ma non è solo questo. Grazie al loro sistema dirigista i cinesi, mentre noi cercavamo di capire cosa fare, hanno continuato imperterriti la loro politica espansiva di penetrazione nei mercati e nei paesi dell’Africa e dell’Asia ed hanno fatto incetta di materie prime, garantendo per loro quelle necessarie alla produzione ed esportando col contagocce e a prezzi esorbitanti quella che servono all’industria occidentale. Dall’Unione Europea e dal nostro governo: silenzio.
A soffrirne è l’intera economia. L’aumento dei prezzi di tutto ciò che proviene dalla Cina sta diventando un grosso problema per le nostre imprese. Tutti i costi delle importazioni sono cresciuti a dismisura. Dai container, il cui costo è aumentato fino all’80%, alle componenti dei prodotti tecnologici costituiti da materie prime di cui la Cina ha fatto incetta. Si rende allora necessario un intervento legislativo per evitare che il sistema s’inceppi. Molte aziende che lavorano con il pubblico, ad esempio per le Asl e le centrali d’acquisto regionali, che si sono aggiudicate ad un certo prezzo delle forniture di prodotti provenienti dalla Cina che oggi costano loro un 30% in più si trovano nell’impossibilità o di rivedere i prezzi per le rigide regole degli appalti. Rischiano perciò, senza alcuna colpa, di essere denunciate all’ANAC, con tutte le conseguenze del caso. Draghi deve intervenire assolutamente e presto. Ne va del nostro tessuto economico.