Le ciclabili cittadine sono usate ogni giorno da centinaia di persone per gli spostamenti di servizio o per il tempo libero. Poiché contribuiscono ad alleggerire l’area urbana da ulteriore traffico motorizzato e a promuovere uno stile di vita attivo e salutare nella popolazione, oltre che ad attrarre un turismo sempre più interessato da attività dinamiche, esse sono un prezioso bene pubblico che andrebbe tutelato e promosso. «Al contrario, da numerose segnalazioni di utenti e da sempre più frequenti episodi di cronaca si nota un progressivo lento degrado delle loro condizioni, che rende il loro utilizzo difficile – dicono Corrado Marastoni, Direttivo Fiab Verona Luciano Lorini, vicepresidente Fiab VeronA – se non impossibile e pericoloso. È inevitabile individuare la principale, se non l’unica, causa di questa situazione in una manutenzione a singhiozzo, che trascura gli interventi periodici di controllo e riparazione lasciando degenerare le cose per poi spesso attivarsi solo in presenza di incidenti o di clamore mediatico. Per la loro emblematicità parliamo di alcuni casi messi in evidenza dalla stampa locale che negli ultimi giorni sono stati oggetto di una nostra ricognizione».[//]

– La ciclabile per Montorio soffre di periodiche rotture e cedimenti delle assi in legno usate per alcuni tratti sopra canali irrigui; gli interventi, anziché mirare a una soluzione complessiva solida ed affidabile con assi più resistenti e meglio assicurate a terra, si risolvono quasi sempre in piccole riparazioni locali e posticce, tra l’altro di non gradevole aspetto, nell’attesa dell’inevitabile prossimo guasto.


– La ciclabile del progno della Valpantena, che congiunge Borgo Santa Croce con Santa Maria in Stelle, molto frequentata da ciclisti e pedoni nel tempo libero, versa da tempo in cattive condizioni per progressivi cedimenti dell’argine che creano buche e crepe nel terreno, ma anche per le cadenti palizzate in legno che costeggiano il progno. La situazione è ben nota alle autorità locali che lo scorso 13 agosto hanno disposto un divieto transito nel tratto Via Fincato – Via Salgheri in vigore fino a che “non sarà cessata la situazione di potenziale pericolo”. I ciclisti si domandano se il recente ripristino delle voragini segnalate configuri una soluzione oppure se si debbano attendere ulteriori interventi strutturali per i quali la Fiab, assieme alle altre associazioni aderenti alla giornata di sensibilizzazione “Un Progno di idee”, aveva chiesto la possibilità di discutere alcune varianti in corso d’opera per migliorare la fruibilità del percorso.


– La ciclabile della sinistra Adige che dal Boschetto conduce fino ad Albaredo d’Adige, nel tratto compreso nel comune di Verona è spesso costeggiata per lunghi tratti da vegetazione selvaggia ad altezza d’uomo di cui non si provvede per tempo allo sfalcio: al di là dell’avvilente senso di trasandatezza, la percorribilità e la visibilità ne risultano compromesse. Anche in questo caso le soluzioni, banali dal punto di vista tecnico, sono ostacolate dal rimbalzo di responsabilità tra gli enti competenti.


– La ciclabile che congiunge piazza Bra alla zona sud della città (Borgo Roma e Fiera) nel tratto lungo corso Porta Nuova è frequentemente invasa dalle auto che vi sostano a fianco, senza che, nonostante i nostri ripetuti appelli, si sia mai provveduto a una delimitazione fisica della pista; e nel tratto lungo viale Piave e viale del Lavoro è spesso caratterizzata da sporcizia e cattivo odore, un ben triste biglietto da visita della nostra città per chi voglia recarsi in Fiera in bici.

«L’associazione Amici della bicicletta, certa di interpretare il sentimento dei numerosi cittadini di varie età, sesso e orientamento politico che quotidianamente li percorrono, rivolge l’ennesimo appello all’amministrazione comunale affinché si provveda con sollecitudine alla sistemazione di queste e di altre situazioni di difficoltà – concludono Corrado Marastoni, Direttivo Fiab Verona e Luciano Lorini, vicepresidente Fiab Veronane – i tratti di propria competenza e si faccia parte attiva presso gli enti titolari della gestione di altri tratti; ma soprattutto auspica che intervenga un deciso cambio di atteggiamento nei confronti di queste infrastrutture, che, come ormai accade da tempo in altre realtà non solo estere, andrebbero manutenute con la stessa cura dedicata alle strade per la viabilità ordinaria. Laddove insorgano conflitti di attribuzione tra enti, è auspicabile la stipulazione di accordi o convenzioni che responsabilizzino l’ente più vicino al cittadino con l’obbiettivo di garantire manutenzioni ordinarie regolari e rapide, evitando iter burocratici complessi e lunghi».