Pasqua senza crudeltà. Basta con l’uccisione di migliaia di agnellini
La Pasqua è una festività con radici antichissime. Originariamente la Pasqua ebraica ricordava la liberazione degli ebrei dalla schiavitù degli egiziani. Successivamente, con l’avvento del cristianesimo, la Pasqua ha assunto un significato ancora più profondo diventando la ricorrenza che inneggia la rinascita a nuova vita. È paradossale quindi che un evento dal significato così gioioso e vitale venga onorato con il sacrificio e la morte di tanti esseri innocenti. “Questo anniversario – dichiara Piera Rosati, presidente di LNDC – si trasforma ogni anno in un massacro per i circa 500.000 agnelli e capretti che vengono uccisi e macellati in Italia, oltre a tutti quelli che vengono uccisi in tutto il resto dell’anno o che vivono in condizioni di schiavitù e prigionia del tutto contrarie allo spirito di liberazione e vita della Pasqua. Inoltre, se l’etica non bastasse[//] – continua Piera Rosati – è importante ricordare che l’allevamento di animali destinati all’alimentazione umana aumenta drammaticamente le emissioni di gas serra nell’atmosfera e che l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) ha lanciato l’allarme sul consumo eccessivo di carne, che può risultare dannoso per la salute”. Per tutti questi motivi, per celebrare la vita invece che la morte, per rispettare l’ambiente e per tutelare la salute di tutti, Lega Nazionale per la Difesa del Cane propone un menu alternativo per una Pasqua cruelty free. In questo modo, il valore di una fede autentica, profondamente spirituale e rispettosa di tutto il creato, verrebbe ulteriormente arricchito da una prova di grande umanità. (Comunicazione a cura della Lega Nazionale per la difesa del cane)