Nella prestigiosa cornice del Teatro Filarmonico di Verona, si è tenuta anche quest’anno la consegna del Premio Masi. Ideato da Sandro Boscaini, vicepresidente della Fondazione Masi e presidente di Masi Agricola, il Premio vuole essere omaggio e celebrazione di una identità veneta che guarda al futuro sulle salde radici e nella continuità dei suoi secolari tipici valori. Alla XXXV edizione, il presidente della Fondazione Masi, la giornalista e scrittrice Isabella Bossi Fedrigotti, che del Premio è anche organizzatrice, ha sottolineato come la scelta per la sezione Masi Civiltà Veneta sia caduta, oltre che sul rodigino Natalino Balasso, autore teatrale, attore, scrittore, e “uno dei più versatili e geniali eredi della Commedia dell’Arte italiana e della sua declinazione veneta in forma di irresistibile e intelligente comicità”, anche su veneti di adozione. Ovvero su personalità “che hanno assorbito i nostri valori, talvolta scegliendo di stabilirsi nel territorio, instaurando, comunque, significative relazioni con la sua originale cultura”. Come “l’artista visuale di fama internazionale, dalla straordinaria capacità di mescolare materiali e linguaggi diversi in uno stile magico e inconfondibile”, Giosetta Fioroni, e il fumettista e illustratore Lorenzo Mattotti, che esordisce dopo aver frequentato la facoltà di Architettura a Venezia, raggiungendo il successo internazionale a Parigi. [//]Riuscendo, dice la motivazione del Premio, “a portare in Francia, patria incontrastata della ‘bande dessinée’ (la striscia disegnata) il suo segno denso e sognante, imponendosi come uno dei massimi interpreti del disegno contemporaneo”. Attraverso Giosetta Fioroni, inoltre, si è voluto ricordare, nel trentennale della scomparsa, il grande scrittore veneto Goffredo Parise, del quale Giosetta fu fedele compagna dal 1964. Il Premio Internazionale Masi per la Civiltà del Vino e il Grosso d’Oro Veneziano, altro riconoscimento internazionale del Premio Masi, dedicato nello specifico a personalità che hanno promosso i valori fondanti della società e del vivere civile, sono andati, rispettivamente, al filosofo britannico Roger Scruton e alla filosofa ungherese Ágnes Heller. Roger Scruton, che con la sua opera spazia dall’estetica all’etica, alla politica, “scuote da anni il mondo intellettuale con le sue appassionate polemiche. Nel suo libro ‘Bevo dunque sono’ (2009), ripercorre la storia e le implicazioni filosofiche di un patrimonio su cui si fonda la civiltà occidentale, esaltandone il valore materiale e spirituale”. Ágnes Heller, sopravvissuta all’Olocausto e massimo esponente della Scuola di Budapest, è “una delle figure più rappresentative della coscienza europea che, dalla iniziale riflessione marxista sull’etica e la famiglia, è approdata a una appassionata e inesausta battaglia per superare i rapporti di subordinazione e di dominio tra sessi, etnie, nazioni, ovunque e comunque essi si manifestino”.
La premiazione di sabato 1° ottobre è stata condotta con garbo e simpatia dal giornalista radiofonico milanese Alessandro Milan, che ha dato vita a una sorta di talk-show, spaziando attraverso varie tematiche, da quelle collegate al vino alla più stimolante attualità. Parterre delle grandi occasioni, con autorità civili e militari, e sceltissimo pubblico in ogni ordine di posti. (Franca Barbuggiani)