Tutte le risorse destinate al Veneto per il 2020 dal Fondo nazionale per nidi e scuole d’infanzia andranno a coprire le spese di gestione delle strutture per 0-6 anni. In considerazione degli effetti dell’emergenza Covid, che ha imposto la sospensione delle attività dei servizi educativi e di istruzione, i 18,9 milioni del fondo nazionale non andranno a finanziare nuove costruzioni, ristrutturazioni o interventi di messa a norma, né spese per la formazione del personale, ma solo gli stipendi degli operatori e le spese di gestione delle strutture. E’ quanto hanno concordato l’assessore regionale alla Sanità e al Sociale Manuela Lanzarin, insieme all’Ufficio scolastico regionale, Fism veneto, Assonidi e Aninsei in merito al riparto annuale del fondo nazionale per il sostegno dei servizi educativi 0-6 anni.
“Sulla base di questo criterio condiviso la Regione Veneto ha provveduto al riparto ai Comuni, che trasferiranno il contributo statale alle circa duemila strutture beneficiarie, tra nidi, micronidi e materne paritarie, frequentate da oltre 100 mila bambini (76 mila nelle scuole d’infanzia e 24 mila nei nidi e micronidi) – spiega l’assessore Lanzarin -. Le gravi difficoltà che il sistema dei servizi e delle scuole per l’infanzia sta affrontando a causa del lockdown e delle nuove regole per la riapertura – prosegue l’assessore – impongono di concentrare le risorse in modo da riuscire a garantire la gestione ordinaria delle strutture. Ricordo che la Regione Veneto, per parte propria, integra il Fondo nazionale con 38,2 milioni di euro, equamente ripartiti tra nidi e materne”.
“Il Veneto è l’unica regione in Italia – precisa l’assessore – dove 4 bambini su 10 in età 0-6 anni frequentano un nido o una materna paritaria. Ed è l’unica Regione che finanzia con risorse proprie le spese di gestione di queste scuole in percentuale quasi doppia rispetto a quanto paga lo Stato. L’intesa Stato-Regioni impegna le Regioni a un cofinanziamento ‘pari ad almeno il 30 per cento delle risorse assicurate dallo Stato’. In Veneto, invece, il rapporto è invertito: la Regione si fa carico di circa il 67 per cento del contributo pubblico a nidi e materne, mentre la quota del Fondo nazionale per il sistema integrato non arriva al 33 per cento”.