Giornata calda per la politica e Cattolica. Questa mattina parlerà la Lega che presenterà un’interrogazione parlamentare contro l’ingresso di Generali e la trasformazione in Spa. Un’interpellanza che si aggiunge all’esposto alla Consob e al Tribunale delle Imprese intentati da Casa Cattolica (si veda l’articolo qui) Ma già di primo mattino, Traguardi ha rilanciato la sua posizione: più aperta verso il cambiamento che scatterà dall’assemblea del 31 luglio prossimo.
«In qualsiasi processo di trasformazione, le opzioni sono soltanto due: o si guida e si governa il cambiamento, oppure lo si subisce passivamente, perdendo il controllo sulle conseguenze. E grazie a una politica incompetente, Verona, negli ultimi anni, è sempre stata costretta a subire: lamentarsi ora, purtroppo, serve a poco – spiega Tommaso Ferrari, nella foto in basso, consigliere comunale di Traguardi – Quella della trasformazione in SPA ė ormai una scelta obbligata, per le condizioni di mercato, ma andava preparata e gestita per non trasformarla in quella che ė di fatto una vera e propria svendita».
«In una città in cui la politica si azzuffa su qualsiasi tema, fa specie constatare il silenzio di molti partiti sia di maggioranza che di opposizione su un’operazione che avrà un grosso impatto sull’economia del nostro territorio, privando in maniera pressoché definitiva Verona di un peso finanziario rilevante. Unica voce, stonata, quella della Lega che alza la solita bandierina della veronesità, fingendo di dimenticare di aver amministrato il nostro territorio negli ultimi quindici anni, facendosi passare sotto il naso la perdita di tanti asset strategici. La difesa della “veronesità” non si fa sbraitando quando i giochi sono chiusi, ma prima, con strategie territoriali e programmazione lungimirante»
«Non vogliamo entrare nelle logiche aziendali interne – prosegue Pietro Trincanato, presidente di Traguardi – ma non possiamo tacere sul fatto che il Sindaco e alti esponenti di partiti di opposizione che ora sembrano spiazzati da una trasformazione in Spa che non hanno saputo gestire, negli ultimi mesi girassero a braccetto con la governance di Cattolica che ha guidato l’operazione e puntato tutto sulla svendita a Generali. L’abbiamo detto per Agsm e lo ribadiamo per Cattolica: la partnership delle nostre aziende con grandi player del mercato non ci spaventa, ma è la subalternità con cui le imprese veronesi arrivano agli accordi a preoccuparci. Una subalternità figlia diretta di una dirigenza onnipotente e inadeguata e di una politica incapace e ignara, buona solo a seguire il proprio utile e non quello della città»
«Una città che vuole essere grande non può aver paura delle grandi trasformazioni, ma deve essere in grado di gestirle – conclude Trincanato – mentre negli ultimi anni un’intera classe dirigente veronese ha dimostrato di non essere all’altezza del ruolo che ricopriva, coltivando soltanto i propri interessi individuali e perdendo sistematicamente la sfida di costruire una vera politica territoriale. E la politica ha saputo solo piegarsi e seguire. Ora serve un cambio di passo, e in fretta»