(di Bulldog) Nelle ore in cui Giuseppe Conte sondava a cena le disponibilità del premier olandese Mark Rutte in merito al Recovery Fund, scattava il 25.mo anniversario della strage di Sebrenica. L’infamia più grande che truppe europee hanno commesso dopo la Seconda guerra mondiale, abbandonando al loro destino 15mila profughi bosniaci, 8372 dei quali vennero assassinati e sepolti in decine di killing fields dai miliziani dell’esercito serbo.

I 15mila profughi erano affidati alla tutela di  600 caschi blu olandesi dei Dutchbat I, II, III ai comandi del colonnello Karremans.  Nella scala gerarchica dipendeva dal generale olandese Nicolaï, con sede di comando Sarajevo, che rifiutò di fornire supporto aereo perché le richieste non erano conformi alle scartoffie sulle richieste di intervento aereo. Ci volle l’ingresso dei carri-armati serbi per far alzare finalmente in volo appena due F-16 olandesi che procedettero ad un attacco aereo, senza alcun effetto. Un gruppo di aerei americani non trovò nemmeno la rotta per Sebrenica. Nel frattempo l’enclave era già caduta e l’attacco aereo fu annullato per ordine dell’ONU, su richiesta del ministro olandese Voorhoeve, perché i militari serbi minacciavano di massacrare i caschi blu dell’ONU di Dutchbat.

I caccia ed i piloti coi carabinieri olandesi di scorta erano di stanza a Verona-Villafranca e pernottavano in un residence con piscina fra Bussolengo e il lago. Sebrenica, oggettivamente, era molto lontana dai ritmi caldi e sonnolenti dell’estate italiana.

 Diverse inchieste in Olanda hanno poi messo nel mirino Dutchbat I, II e III. Ma la ragion di Stato impose che questi vigliacchi  – io non trovo altro termine – venissero alla fine decorati con cinquecento medaglie con la motivazione precisa che questa non costituiva una medaglia al valore, bensì una forma di ricompensa per le accuse a cui i soldati olandesi erano stati sottoposti. Ci furono anche cause civili coi parenti delle vittime che chiesero il conto al governo dell’Aja: dal 2017 al 2019 più sentenze ammisero queste responsabilità, ma soltanto per 350 vittime su 8372: uomini cui venne negato asilo nel compound olandese delle N.U. lasciandoli in balia dei loro carnefici. La responsabilità è una percentuale, si sa. Specialmente quando ci sono in ballo le vecchie corone…

Ecco, questi gentiluomini con le mani sporche di sangue innocente ci fanno ogni giorno la morale. Non gli basta permettere l’evasione fiscale di 6,5 miliardi a danno dei loro partner europei, grazie alle loro leggi a vantaggio di chi sposta in Olanda la propria sede legale; non gli basta una gestione politica-economica opaca dove il kombinat fra grandi imprese-governo-magistratura fa impallidire persino una n’drina; non gli basta aver abbandonato per vigliaccheria al loro destino uomini, donne e bambini a loro affidati. No, loro debbono aver  il diritto di erigersi a difensori della morale, della legge e dell’etica finanziaria di tutti i Paesi dell’Unione europea. Li possiamo bombardare di sterco almeno un po’?