(di Marco Danieli) Non è una caduta, ma un vero e proprio crollo: a maggio le nascite dei nuovi veronesi sono state del 17.4% inferiori a quelle dell’anno precedente; addirittura, il 30.8% in meno rispetto a quanto registrato alla fine del maggio 2015. E non bastano più, a questo punto, nemmeno le famiglie immigrate a rimpinguare i dati: la contrazione è diffusa e, come segnala, l’annuale analisi dell’Istat adesso anche gli immigrati lasciano l’Italia per cercare fortuna e migliori condizioni nel resto d’Europa. Il dato stride con l’andamento dello scorso anno che, a fine maggio, aveva registrato un positivo più 7.7% sull’analogo periodo del 2018.

A livello nazionale, i dati ISTAT relativi al 2019 rilasciati nella giornata di ieri confermano la tendenza, presente ormai da alcuni decenni, al calo demografico dell’Italia, solo parzialmente mascherata dall’immigrazione. Oggi gli italiani sono poco più 60 milioni di abitanti, dei quali però l’8,8% è costituito da stranieri. Fra questi i romeni sono l’etnia più numerosa. Seguono marocchini e albanesi.

Ma se all’immigrazione, più o meno controllata, c’abbiamo fatto l’abitudine, pur con pesanti riserve sulla nostra identità per il futuro, il fatto più inquietante è che lo scorso anno ben 182 mila italiani, soprattutto giovani, hanno fatto le valige per emigrare all’estero in cerca di lavoro, il 16% in più dell’anno precedente. Segnale preoccupante, che indica una sfiducia talmente profonda per il futuro dell’Italia, da indurre quasi 200 mila connazionali ad andare a cercare fortuna lontano da casa, abbandonando affetti, abitudini, certezze. Un brutto ritorno al passato, come cent’anni fa, quando la fame costringeva ad emigrare milioni di italiani.

E’ confermata la tendenza al calo della natalità, che ha raggiunto una diminuzione del 4,5%. Tendenza legata a fattori culturali, ma anche alla mancanza di una seria politica della popolazione da parte dei governi che si sono fin qui succeduti. Unica eccezione la provincia di Bolzano, dove le nascite aumentano dll’1,5 per mille, a dimostrazione che se si adottano provvedimento economici e sociali in favore delle famiglie delle giovani coppie, come appunto fatto dalla provincia autonoma di Bolzano, il trend può essere invertito.

A Verona, la dodicesima città italiana e la più popolosa del Veneto, i dati relativi al primo pentamestre di quest’anno amplificano la linea nazionale. Da Gennaio a Maggio 2020 si registra un consistente calo delle nascite. In questi cinque mesi viene stimato un totale di 662 nati, 140 in meno degli 802 del primo pentamestre del 2019. Le statistiche, le proiezioni e i dati economici, confermano un fenomeno tanto preoccupante quanto noto: l’invecchiamento della popolazione.

Un altro dato veronese, in linea con situazione demografica mondiale, riguarda le morti. Nonostante distanze di sicurezza, gel disinfettanti, mascherine e ogni tipo di precauzione per contrastare il virus, a causa del Covid-19, i decessi salgono a 1512 rispetto ai 1209 dell’anno scorso, la crescita è stata del 25%. Già da Gennaio 2020, infatti, si possono notare 82 morti in più del 2019, Maggio 2020 supera di 119 decessi Maggio 2019. La media degli ultimi cinque anni si era fermata a 1254 decessi nei primi cinque mesi dell’anno: il peso della pandemia è dunque chiaramente avvertibile.